Il 12 febbraio 2014 la Corte Costituzionale si pronuncerà sulle legge Fini-Giovanardi, entrata in vigore otto anna fa. Questa legge liberticida fa regredire di più di mezzo secolo la legislazione italiana in materia di sostanze e consumi, equiparando le cosiddette “droghe leggere” a quelle “pesanti” e criminalizzando pesantemente i consumatori.
Dietro le finte retoriche moraliste e proibizioniste di salvaguardia della salute, che sembrano poco credibili visti i numerosi scandali che mostrano come il consumo di sostanze stupefacenti sia largamente diffuso anche nell’ ambiente politico, si attua l’ ennesimo scempio sociale con il solo scopo di tutelare gli interessi di padrini e padroni.
Infatti, mentre aumenta la diffusione di droghe pesanti grazie alle guerre e al narcotraffico con un nuovo boom di consumo di eroina e cocaina in particolare tra giovani e giovanissimi e con la messa in circolo di sostanze di qualità inferiore e sempre più pericolose, la legge Fini-Giovanardi ottiene invece due importanti risultati:
1) Aumento dei reati connessi all’uso di sostanze, intasando il sistema giudiziario e facilitando l’arrivo a prescrizione di reati di tipo amministrativo (es: falso in bilancio).
2) Favorire un clima proibizionista in modo da espandere ulteriormente il mercato delle attuali narcomafie colluse col potere.
A questa legge ignobile si somma un clima fatto di informazione distorta e di esasperante repressione, in cui otto anni di Fini-Giovanardi hanno prodotto decine di migliaia di arresti, millenni di galera per la somma delle condanne, sovraffollamento e stato d’ emergenza del sistema carcerario, costi esorbitanti per la macchina repressiva e giudiziaria, tante, troppe persecuzioni e vittime ostaggio di impunità, ipocrisie e di reticenze.
Troppe le morti da non lasciare insabbiare che reclamano verità e giustizia.
Non crediamo alle favole su morti in carcere per malnutrizione stranamente pieni di gravi contusioni, su rave party sgomberati a cariche e manganellate in nome della sicurezza dei partecipanti, su centri sociali e feste auto-organizzate come luogo di smercio e consumo delle sostanze mentre all’interno di molte discoteche e night-clubs si reciclano LEGALMENTE i guadagni miliardari delle narcomafie tra risse, stupri e overdose con la copertura omertosa dei media.
Non siamo più disposti a pagare con le nostre vite e con i nostri diritti il prezzo di leggi finalizzate a rafforzare il miliardario monopolio del commercio delle narcomafie; non siamo più disposti a veder riempire le galere di consumatori, che diventano secondo il teorema “punisci e correggi”, prima criminali e poi malati.
Non siamo più disposti a lasciare morire persone nelle carceri, è arrivato il momento di spingere verso la completa depenalizzazione dell’ uso personale di sostanze, iniziando dalla cannabis e dalla sua autoproduzione, come d’altronde sta già avvenendo in molti paesi del mondo.
L’8 febbraio scendiamo in piazza come antiproibizionisti contro la Fini-Giovanardi e contro questo clima di violenta repressione che attanaglia tutti coloro che si oppongono attivamente a agli interessi speculativi dei veri criminali: dalle infiltrazioni mafiose in Val Susa e sui cantieri TAV, alla “terra dei fuochi”; da chi autoproduce per il proprio consumo allo scopo di non finanziare le narcomafie a coloro che si autogestiscono per creare momenti di socialità, svago e scambio culturale anziché alimentare il circuito delle grosse discoteche e di locali notturni, che sono spesso frutto di investimenti sporchi e squallidi simboli di una cultura consumista vuota e qualunquista.
Saremo per le strade, il nostro luogo abituale, per reclamare ancora una volta ciò che è nostro! Il nostro diritto a compiere delle scelte di vita personali in autonomia e libertà, ad attuare percorsi di auto-gestone e auto-formazione, a vivere liberamente le nostre città e le terre che abitiamo.
Coordinamento FreeTAZ