RITROVIAMO IL VERO SPIRITO DELLE T.A.Z.

Siamo alcune sound, progetti di RDD (primo soccorso e riduzione del danno) e collettivi della Rete Nazionale Antiproibizionista, che hanno partecipato al teknival che celebrava i 20 anni di Shockraver, un evento aperto a tutte le realtà che avessero voluto portare il proprio contributo.

Nel bel mezzo dell’iniziativa, e proprio mentre stava arrivando la maggior parte delle persone, abbiamo saputo della morte di Christian, a quanto pare accidentale, risucchiato dalle correnti del fiume Ticino, mentre si stava rinfrescando con un amico a causa del forte caldo, in una zona isolata della riserva. La voce si è sparsa immediatamente e in pochi minuti tutti hanno spento la musica, per poi riunirsi e capire insieme il da farsi. Eravamo in migliaia presenti in quel momento (e non 500 come riportato da alcuni media) e questo dato escludeva a priori la possibilità di defluire tutti in poco tempo. Inizialmente la sensazione era che ci fosse comunque la volontà da parte di tutti di terminare la festa, lasciando i muri di suono spenti o al massimo solo qualche cassa spia, comunicando l’accaduto attraverso cartelli appesi in ogni sound, per avere tutto il tempo necessario per smontare e accogliere con un messaggio chiaro e forte le altrettante persone ignare che stavano arrivando. Purtroppo, di lì a poco, sono iniziate a emergere posizioni contrastanti, di chi, per ragioni che non ci sentiamo di condividere, credeva e sosteneva che la cosa migliore sarebbe stata quella di proseguire con la musica. Un successivo confronto tra alcune realtà presenti non ci ha permesso di arrivare a una scelta condivisa: da quel momento ognuno ha fatto ciò che ha voluto. Ovviamente siamo rimasti coerenti con la nostra posizione, avvisando tutti i nostri contatti che erano in viaggio, o che ancora dovevano partire, di non venire, perché per noi la festa era finita. Nel rispetto dei tempi di ognuno, alcune sound hanno smontato e sono ripartite tra la nottata e il giorno successivo, mentre i progetti di RDD – responsabilmente – hanno proseguito il proprio servizio alle persone fino al tardo pomeriggio del giorno seguente. Continue reading


Cannabis Parade – Street Antiproibizionista Nazionale

29 aprile 2017!

••••••••••••• CANNABIS PARADE •••••••••••••
STREET ANTIPROIBIZIONISTA NAZIONALE

• Autoproduzione per contrastare e sconfiggere mafie e narcotraffico
• Per fare sentire la voce di chi non vuole più subire il ricatto dell’inganno proibizionista
• Contro lo strapotere delle mafie che esistono proprio grazie al narcotraffico
• Per riaffermare il diritto di autodeterminare i nostri corpi e le nostre vite
• Contro leggi liberticide che quotidianamente uccidono, arrestano e controllano
• Per riappropriarci della coltivazione della cannabis, storica pianta nostrana
• Contro politicanti e speculatori che vorrebbero farci un business
• Per una spinta radicale dal basso contro l’indifferenza della politica istituzionale ormai orientata unicamente ai profitti

RI-ORGANIZZIAMOCI ED ALZIAMO LA TESTA!
PARTECIPA, NON DELEGARE CHI NON TI RAPPRESENTA!


Festa della semina 7 aprile 2017 – Verso la Cannabis Parade

Festa della semina 2017- Quell’erba è anche mia! Verso il Cannabis Parade

E’ giunta la primavera ed è il momento di seminare, di gettare le basi per la consueta autoproduzione che permette a tutti e tutte di sottrarci al ricatto proibizionista, che ci vuole consumatori asserviti al mercato nero ed al potere delle mafie. In un momento storico dominato da politiche di austerity e da assurde logiche securitarie, che privilegiano un astratto concetto di decoro urbano alla promozione della salute e del benessere della collettività. Un modello di sviluppo che tende a porre una frattura sempre più netta tra quei pochi chi possiedono la ricchezza ed i tanti che ogni giorno faticano per sopravvivere e lottano per cambiare le cose. In questo modo il dibattito sulla legalizzazione della cannabis che si è sviluppato nel nostro paese, altro non ha fatto che illudere estimatori, pazienti, ed utilizzatori di questa pianta che le cose finalmente potessero cambiare in meglio. Invece l’unica proposta di legge arrivata in Parlamento, già di per sé ambigua e confusa verrà riscritta, e probabilmente nel nuovo testo quelle piccole e poco credibili concessioni riguardanti l’autocoltivazione scompariranno proprio perché inconciliabili con la logica del monopolio, l’unica che trova un minimo di accordo ai piani alti del potere. Questa triste prospettiva non prenderà piede prima dell’estate e sicuramente non potrà avere seguito se non nella prossima legislatura. Per adesso rimane un vuoto fatto di un accanimento repressivo senza precedenti nei confronti di chi coltiva cannabis, che ha colpito pure noi che abbiamo sempre avversato lo spaccio e tutto ciò che rappresenta, facendo della condivisione un modello altro, anche se purtroppo ancora poco diffuso. Per questo motivo con la primavera alle porte e tutto il raccolto dell’anno scorso sequestrato in modo infame, dobbiamo e vogliamo ricominciare daccapo condividendo il momento della semina, sempre più convinti di essere nel giusto: il superamento del proibizionismo e degli ingenti danni che reca con sé, non è mai stata una questione ideologica come media main stream e opinione pubblica vogliono fare credere, ma pragmaticamente e primariamente una questione di libertà personale e promozione e tutela della salute, oltre che di risanamento e razionalizzazione del bilancio dello stato. E’ chiaro che serve una presa di posizione dal basso, una rivendicazione che deve partire dai nostri territori e da chi li vive, dai quartieri esasperati e sotto scacco a causa delle ambizioni delle organizzazioni criminali. Non abbiamo più voglia di doverci nascondere per le sostanze che ci piace usare in modo consapevole, siamo stufi di dover mettere in discussione le nostre libertà a causa di un’ideologia fascista che ancora determina politiche e azioni dannose, oltre che del tutto inefficaci.
Siamo appena alla semina, il primo passo per arrivare ad un raccolto tutto nostro senza alcuna speculazione e profitto, sano e come a ognuno e ognuna di noi piace. L’unico modo per avanzare è partecipare, delegare vuole dire avere già perso.

Venerdì 7 Marzo appuntamento al parco del Valentino alle ore 16- Semina collettiva!
CSOA GABRIO

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1913913465512540

FESTA DELLA SEMINA 2017
A sostegno dell’autoproduzione di cannabis
Verso la cannabis parade del 29 Aprile!

PROGRAMMA:

• VENERDI 7 APRILE 2017

– Ore 16 @ Parco del Valentino
SEMINA COLLETTIVA
– Ore 20:30 @ CSOA Gabrio – Via Millio 42
CENA SOCIALE di autofinanziamento a cura di Csoa Gabrio & Osservatorio Antiproibizionista-Canapisa Crew.
Menu:
insalatina primaverile
pasta arriminata
patate ricche con fagioli e cipolle rosse
mele golose.
Prenotazione consigliata!

a seguire PRESENTAZIONE del documentario
“Il nemico nascosto: dietro le quinte dell’agenda segreta della psichiatria” Esercito banco di prova della psichiatria.
A cura del Collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud (Pisa)

“Con gli eserciti del mondo inondati dalla psichiatria e dagli psicofarmaci, 23 soldati e veterani commettono il suicidio ogni giorno, quindi in media circa 8.000 l’anno. Questo documentario rivela i deleteri trattamenti della psichiatria e l’impennata delle prescrizioni di psicofarmaci in ambito militare, grazie a testimonianze e interviste di prima mano a più di 80 soldati, loro famiglie, esperti internazionali”.

• SABATO 8 APRILE 2017
– Ore 15 @ CSOA Gabrio – Via Millio 42
ASSEMBLEA NAZIONALE ANTIPROIBIZIONISTA verso la CANNABIS PARADE (https://www.facebook.com/events/1820250584965103/)

– Dalle 23 doppia sala con CONCERTO live by
Flaco Punx (salone concerti)
Reggae Dancehall (saletta) by Makinda Hi Fi e Associazione Serengeti

INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE 5 EURO
CSOA Gabrio
Via Millio 42
Zona San Paolo Antirazzista


International Drug Checking Day

Link: http://drugcheckingday.com/

La Giornata Internazionale del Drug Checking è un’iniziativa di un gruppo eterogeneo di tutte le organizzazioni che svolgono un ruolo attivo nell’ organizzazione di iniziative di riduzione del danno.

Il 31 marzo in tutto il mondo saremo concetrati per diffondere una crescente consapevolezza sulla necessità di testare le “droghe” in circolazione.
Qui si intende non solo l’analisi pratica delle sostanze, ma l’obiettivo è anche ricordare alle persone di riflettere e mettere alla prova le loro conoscenze sulle droghe e sui loro effetti. Dopo tutto, prendere un farmaco o una “droga” illegale comporta sempre dei rischi.
Aumentando la consapevolezza e la condivisione delle conoscenze speriamo di estendere le possibilità di ogni individuo e di ogni comunità per ridurre tali rischi.

Che cosa ci si può aspettare da noi il 31 marzo?

Innanzitutto il programma di questa giornata non è ancora definitivo. Ogni giorno stiamo aggiungendo sempre più attività.
Attualmente abbiamo pensato questo per voi:

– Risposte ad ogni tipo di domanda sulla Riduzione del danno da esperti in ogni lingua

– Test Kit di analisi in omaggio!!!

– Altri omaggi

– Suggerimenti e consigli su come analizzare le sostanze

– Come partecipare alla community e dare voce ad altre campagne internazionali

Il 31 marzo 2017 avrete la possibilità di vincere uno dei seguenti premi!!!:

* Diversi GC-MS analisi Gas-cromatografiche by Erowid’s EcstasyData.org
* Diversi GC-MSanalisi Gas-cromatografiche by EnergyControl.org
* Uno dei quattro kit-analisi colorimetriche di DanceSafe.org (USA + UE)
* Un kit-analisi colorimetrica da reagent-tests.uk (Gran Bratagna)
* Uno dei sette kit-analisi colorimetriche da SIN (Polonia)
* Una delle due tazze della campagna per sostenere la produzione del Film “MDMA The Movie”
* Uno dei dieci tappetini per mouse della campagna per sostenere la produzione del Film “MDMA The Movie”

Quali organizzazioni stanno partecipando?

Si tratta di una collaborazione tra le organizzazioni globali di riduzione del danno e attivisti che credono che il modo migliore per garantire la salute delle persone è essere informati per poter avere il diritto di scegliere. Mentre non possiamo regolamentare o controllare il mercato illecito di stupefacenti, l’analisi delle sostanze controllo offre un’opportunità per proteggere le persone che assumono droghe dal consumo di sostanze indesiderate, impreviste o nocive.

Hanno confermato il supporto le seguenti organizzazioni ::

Asociación Hegoak Elkartea (SP), BAONPS (DE, IT, POR, e SLO), check-in! (POR),
Crew 2000 (UK), controllo energetico (SPN), DrogArt (SLO), Karmik (CA), Lab57 (IT), Kosmicare (UK), The Loop (Regno Unito), di Erowid EcstasyData (USA), SIN ( P), studenti per Sensible Drug Policy (IE), e UNHARM (AUS).
Link: http://drugcheckingday.com/


#quellerbaèanchemia – La campagna

quellerbaeanchemia_bigLa campagna #quellerbaèanchemia è promossa dal C.S.O.A. Gabrio di Torino a seguito dell’indegna irruzione nello spazio agita da parte delle Forze dell’Ordine lo scorso agosto e ha già ricevuto l’adesione di decine di realtà sociali, occupate e autogestite, che ormai da anni animano le lotte antiproibizioniste, definendo un ordine del discorso alternativo a quello prodotto dalle istituzioni in tema di consumo di sostanze psicoattive.
Non ci stupisce che, con l’intento di colpire e delegittimare il lavoro fondamentale di spazi sociali come il Gabrio, si ricorra a becere operazioni poliziesche che utilizzano in maniera strumentale e del tutto sradicata dal reale il reato di spaccio.
Noi stiamo dalla parte di chi promuove una nuova cultura relativa all’uso e consumo di sostanze, noI siamo quelli che lottano contro il proibizionismo che arricchisce le tasche delle narcomafie, noi stiamo dalla parte degli spazi sociali occupati e autogestiti.

Tutta la nostra solidarietà va ai compagni e alle compagne del C.S.O.A. Gabrio ed a tutte le consumatrici ed i consumatori …

… perché di CANNABIS non si muore ma di PROIBIZIONISMO si.

Con Stefano Cucchi nel cuore!

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Quell’erba è anche mia – campagna

quellerbaeanchemiaIl 18 agosto la squadra mobile ha fatto irruzione nei locali del centro sociale Gabrio sequestrando 80 piante, la strumentazione per la coltivazione (vasi, lampade e ventilatori) e denunciando i due compagni presenti.

Il giorno seguente i media riportano la notizia come di una “scoperta”, parlando di “spaccio” e di “traffico” ignorando completamente la storia, ormai ventennale, della lotta del centro sociale Gabrio per il riconoscimento dei diritti dei consumatori di sostanze in Italia.

Infatti, in coerenza con quanto dichiarato nella prima manifestazione antiproibizionista di Torino il 16 novembre 1996, noi iniziammo ad autoprodurre marijuana per condividerla attraverso feste e iniziative antiproibizioniste. Già nel 1999 abbiamo subito perquisizioni e processi finiti con la piena assoluzione dei compagni coinvolti.

Il ripetersi oggi di una inchiesta sulle lotte antiproibizioniste non è casuale dato che, proprio in questi mesi, è in discussione in parlamento una proposta di legge che dovrebbe mettere fine alle fallimentari politiche proibizioniste, riconoscendo il diritto al consumo e alla produzione della canapa. Legge richiesta dalla commissione europea: diversi stati dell’unione hanno infatti già legiferato in tal senso mentre, ancora una volta, il nostro paese è il fanalino di coda nella garanzia dei diritti personali come di recente successo nel dibattito sulle unioni civili.

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Sul blitz del 18 Agosto al Gabrio…

img_0167Dopo il blitz del 18 Agosto al Gabrio, che ha portato al sequestro di alcune piante di cannabis e alla denuncia di due compagni al momento presenti all’interno del centro, sono necessarie alcune riflessioni.

L’autoproduzione è un percorso politico che pratichiamo e rivendichiamo da più di 16 anni allo scopo di superare l’ipocrisia del modello proibizionista vigente che da un lato criminalizza le sostanze non facendo educazione e prevenzione, e dall’altro permette a organizzazioni criminali di venderle, contribuendo a far crescere il mostro del narcotraffico. Se oggi siamo uno dei Paesi del mondo dove la percezione di corruzione è tra le più alte, lo dobbiamo anche alla presenza nel nostro territorio di solidi cartelli che dallo spaccio di droghe ricavano quella liquidità a loro necessaria per comprare amministratori e dipendenti pubblici compiacenti.. Quelle stesse mafie che infiltrandosi poi tra appalti e progetti lucrano su disgrazie ed emergenze dirottando nelle proprie casse ingenti quantità di denaro pubblico. Nonostante i cospicui investimenti fatti per contrastare il fenomeno, si parla di circa 1,5 miliardi di euro ogni anno, il mercato nero delle sostanze sembra più florido che mai con sempre più droghe sconosciute e pericolose che inondano le piazze di vendita: i dati esposti nell’ultimo libro bianco sulle droghe  confermano anche quest’anno la tendenza che con l’attuale legislazione ad andare in galera siano di fatto assuntori e piccoli spacciatori, principalmente di cannabis in quanto sostanza il cui uso è prevalente. Ed effettivamente ogni anno appena arriva l’estate scatta l’assurda caccia alle streghe nei confronti di chi si cimenta nella per altro non difficile e ormai diffusa pratica della coltivazione di cannabis. E visto che tale pratica, nei secoli appannaggio dell’umanità, è oggi considerata reato penale in quanto, a detta del legislatore, in grado di aumentare le scorte di sostanze stupefacenti presenti sul territorio, si finisce nella rete proibizionista e senza una valida difesa si rischia una condanna fino a 6 anni di carcere indipendentemente dal fatto che la condotta possa essere finalizzata al lucro piuttosto che all’uso personale. In questo panorama, ed anche in peggiori nel passato in cui la Fini/Giovanardi prevedeva fino a 20 anni di carcere, decidere di coltivare cannabis in condivisione e no profit è stata per noi una provocazione che rappresentava un tentativo di sottrarsi a questo ricatto proibizionista: le feste del raccolto e della semina sono in quartiere momenti liberati, dove al mercato e alle piazze di spaccio si sostituisce la condivisione e l’autoproduzione, modelli che negli anni abbiamo sempre rivendicato come possibili alternative nonostante l’indifferenza di buona parte della politica. Continue reading


Proibizionismo d’agosto: di “laboratori della droga” e muri sfondati

muro-sfondato-poliziaDi prima mattina il quartiere San Paolo si è risvegliato con un’intero isolato militarizzato, cinque camionette di carabinieri e polizia, gazzelle e auto della digos hanno chiuso l’accesso di via Millio per procedere a una solerte operazione volta alla perquisizione del Centro Sociale Gabrio. Decine di uomini in uniforme sono penetrati nel centro sfondando tutte le porte, rovistando in ogni stanza e addirittura sfondando un muro per accedere ai locali informatici.

L’obiettivo è stato mettere sotto accusa una delle pratiche militanti del centro sociale, l’antiproibizionismo. Sono state infatti sequestrate le piante di marijuana presenti nel centro e gli strumenti per la loro coltivazione. Attività che da anni portiamo avanti apertamente. Siamo consapevoli che praticare coerentemente l’antiproibizionismo significa disobbedire a leggi ingiuste così come sappiamo che tale pratica può portare ad affrontare forme di repressione come quella adottata questa mattina dal reparto mobile della questura di Torino con l’avallo della procura. Siamo d’altronde sicuri che l’autoproduzione sia l’unico sistema per scardinare il sistema delle narcomafie da un lato e del controllo sociale oscurantista dall’altro. L’autoproduzione è condivisione, non spaccio.vetro-rotto-polizia

E’ stata certamente anche una buona occasione per la questura per mettere il naso nei locali dove si svolgono le numerose attività politiche e sociali del centro.

Nella giornata in cui i principali mezzi di stampa rilanciano le dichiarazioni del magistrato Cantone sull’importanza e la necessità di legalizzare la cannabis per evitare il gioco delle narcomafie è a dir poco paradossale che la procura e la questura di Torino si lancino in una operazione che va a colpire una delle poche esperienze reali in tale direzione. Noi lo sappiamo da anni, non abbiamo bisogno di un magistrato per capirlo.
Il risultato è che nel momento in cui scriviamo un compagno è in questura e un’altro è denunciato a piede libero, compagni ai quali va tutta la vicinanza, amicizia, complicità.

Tutte le attività del centro sociale programmate in questi giorni continueranno regolarmente.

Le compagne e i compagni del CSOA Gabrio


CANAPISA STREETPARADE – 16ª Edizione

canapisa-streetparade-2016-osservatorio-antipro-pisa-588x419PISA, Sabato 28 Maggio 2016:
16A Edizione “CANAPISA STREETPARADE”

PARTENZA ORE 17:00 DA PIAZZA SAN ANTONIO A PISA

Per maggiori info, iscriviti all’evento Facebook:
★ Canapisa Streetparade 2016 – Pisa centro ★

Per una maggiore consapevolezza

Il proibizionismo planetario ha ormai compiuto 51 anni, tanti sono gli anni passati dalla prima Convenzione ONU del 1965 sugli stupefacenti voluta dagli USA con l’obiettivo dichiarato di reprimerne il traffico e la diffusione nel mondo, ma con il risultato evidente di aver contribuito all’espansione del primo, facendo schizzare alle stelle il valore di mercato della merce droga, e aver favorito la seconda, rendendola clandestina e creando dal nulla l’annichilente mito della droga come scelta di ribellione al sistema.

L’azione e la propaganda proibizionista hanno così sortito l’effetto contrario, acuendo e non superando le problematiche che si proponeva di risolvere.

Oggi, proprio dalla patria stessa di questo dispositivo di governo, tutto l’apparato proibizionista viene messo in discussione! Negli USA infatti sono già 17 gli stati che hanno messo mano alle legislazioni sugli stupefacenti e hanno dato vita a diversi gradi e livelli di legalizzazione della cannabis.

Alcuni Paesi sudamericani propongono i loro modelli di legalizzazione contestando e richiedendo apertamente la modifica, o addirittura lo stralcio, delle Convenzioni ONU sulle droghe.

Il rapporto stesso della Commissione ONU preposta alla valutazione delle politiche antidroga mondiali ha messo in discussione il paradigma repressivo sulle droghe e apre le porte ai discorsi sulla legalizzazione, ispirati ai dettami dell’approccio propri della cosiddetta “Riduzione Del Danno”. Continue reading


Critical Seeds – IIª edizione

Joep in Turin 2012 @ Csoa Gabrio 13Dedicato a Joep Oomen

Ci sentiamo di dedicare questa seconda edizione del Critical Seeds a un caro amico, attivista e collaboratore, improvvisamente scomparso, che ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Nessuna frase di circostanza: Joep Oomen storico coordinatore di Encod, la coalizione europea per una politica giusta ed efficace sulle droghe, era una persona vera che credeva nel suo lavoro. Credeva nell’umana possibilità di determinare i propri corpi, le proprie vite, le proprie scelte e per questo ha fatto della lotta antiproibizionista un impegno e una ragione di vita. Lo abbiamo conosciuto qualche anno fa durante una delle ultime Feste del Raccolto: sosteneva fortemente il paradigma della regolamentazione delle sostanze a partire dalla cannabis, il cui uso è oggi prevalente e normalizzato, attraverso il  modello no profit dei Cannabis Social Club; una soluzione che egli stesso aveva attivamente contribuito a far nascere in Belgio e in Spagna e che si era impegnato a diffondere in tutta Europa.Joep con tessera del Trek U Plant

Un modello – scomodo a molti – perché alternativo alle logiche speculative e in antitesi con il mercato nero delle mafie. Un mercato che in Italia è sostenuto da una politica istituzionale – da diverso tempo – priva di credibilità, responsabile di aver generato un livello di corruzione tale da far sì che, a livello mondiale, l’Indice Internazionale di Trasparenza ci releghi agli ultimi posti.

La receCritical Seeds 2016nte Sessione Speciale delle Nazioni Unite sulla droga (Ungass) che ad aprile, a New York, ha anticipato l’appuntamento del 2019 sulla spinta dei governi latino-americani e di tutti quelli che, appurato il fallimento della “war on drugs” e sulla base dei recenti modelli di regolamentazione come quelli realizzati in Uruguay e Colorado, ma anche sull’esempio di politiche di depenalizzazione di successo, come in Portogallo, non ha, purtroppo, costituito alcun reale avanzamento: le convenzioni ONU non hanno subito le modifiche attese, permane la criminalizzazione di chi fa uso di droghe, cannabis in testa, e neppure la pena di morte, ancora vigente in alcuni Paesi per reati connessi alle droghe, ha trovato una condanna unanime. Continue reading