Nel pieno della crisi del debito, Atene diventa più tollerante nei confronti delle persone con problemi di dipendenza. Il ministro della giustizia Milziade Papaioannou ha formalmente annunciato mercoledì che la Grecia avrebbe depenalizzato il possesso e l’uso di modiche quantità di droga.
“La legge greca deve essere resa armonica con la legislazione europea e la persona che viene arrestata con modiche quantità destinate ad un uso personale non sarà considerata un criminale”, ha detto il ministro durante una conferenza stampa, aggiungendo che le “modiche quantità” sarebbero state definite da una commissione parlamentare speciale coadiuvata da esperti. “L’abuso di droga è una malattia e non un crimine”, ha dichiarato Papaioannou, tuttavia, “il traffico di droga rimane un reato punibile con pene detentive da 10 a 20 anni“. Il disegno di legge è stato approvato dal Consiglio dei Ministri martedì 6 settembre.
Attualmente, la Grecia ha una delle leggi più repressive per possesso e uso personale di droga, con conseguenti pene detentive fino a cinque anni. Tale legislazione risente della posizione geografica dello stato: situato al confine sud-est dell’Europa è spesso usato come rete di transito per il traffico di droga tra la Turchia e l’Albania e l’Occidente.
In passato, il primo ministro socialista George Papandreou si era più volte detto a favore della legalizzazione della cannabis, definendolo “un passo nella giusta direzione”. Papandreou è parte della “Commissione mondiale per la politica sulla droga”. Ai primi di giugno la Commissione ha dichiarato in un rapporto che la lotta mondiale contro la droga aveva fallito e che la prima tappa per una differente politica era proprio la decriminalizzazione dei consumatori di droga.