Nuove tendenze di consumo e strategie operative

Dall’analisi di alcuni aspetti riguardanti l’odierna società, è possibile rintracciare una serie di elementi che forniscono una correlazione diretta con gli stili di consumo. Le sostanze sono assimilabili ad una qualsiasi merce e pertanto comportano un valore d’uso e un valore di scambio. La produzione di denaro soffoca e assimila il valore d’uso.
La sostanza consuma il soggetto, rovesciando il tipo di rapporto: la domanda non è spontanea, è l’offerta che la induce. La ricetta perfetta del capitalismo; in cui nessuno interviene, perchè produce enormi quantità di denaro, e che leggi proibizioniste come la Fini-Giovanardi, dotate di un notevole carattere di funzionalità ad un modello di convivenza con le organizzazioni del narcotraffico, non fanno altro che ufficializzare.

Oggi non si è realmente dei consumatori consapevoli perché inseriti in una corsa all’illusione; la formazione di una coscienza critica rispetto ai consumi costituisce una necessità primaria. E’ sempre più indispensabile partire dall’assunto che il rapporto con le sostanze muta insieme alla società. Sono emersi nuovi paradigmi del consumo di sostanze dal processo in atto negli ultimi decenni, in conseguenza del cambiamento del modello di produzione che ha trasformato l’industria centralizzata, di stampo fordista, nella fabbrica
diffusa.

L’identità, nelle persone, ha acquistato un carattere fluido, pronto ad assumere qualsiasi forma senza però riuscirne a costituire una propria. Fedeli al motto: “tutto è possibile”, nella società moderna ciò è tradotto in “tutto è acquistabile”, l’identità diventa funzione di ciò che si possiede non dei valori, dell’evoluzione e dell’esperienza. Le sostanze assumono il significato di additivo in grado di “colorare” quel contenitore che racchiude temporaneamente la propria essenza. I valori di efficientismo e produttività espressi dalla cultura dominante, hanno prodotto un’importante cambiamento nel modo di intendere le relazioni: l’altro è visto, in maniera sempre maggiore, quale elemento utile al raggiungimento dei propri scopi e, in maniera sempre minore, in qualità di soggetto portatore di valori personali, sentimenti ed emozioni. In un simile contesto, in cui si privilegia il risultato al processo, la sfera affettiva ed emozionale passa in secondo piano. Talvolta queste costituiscono addirittura un ostacolo al raggiungimento degli obbiettivi preposti, che devono essere ottenuti a tutti i costi. Non è un caso se oggi si registra un aumento di comportamenti narcisistici nelle persone, soprattutto giovani, che percepiscono sempre meno il proprio essere perchè dominati da una falsa immagine, che viene costruita sulla base dei modelli di consumo proposti dai media e che necessita di essere continuamente alimentata, in quanto, il non farlo, rivelerebbe l’inconsistenza di valori che vi è alla base.


Conseguenza di questo è che le personalità narcisistiche assumono un carattere di dipendenza dall’ambiente, portandole ad allontanarsi sempre più dal “vero” sé, coincidente con le emozioni ed i sentimenti che trovano sede nel proprio essere. Analizzarne l’origine, comporterebbe scendere nel dettaglio della complessità del fenomeno, delle relazioni precoci e di quelle familiari, che giocano un ruolo fondamentale nella genesi di tali disturbi di personalità. Tuttavia è importante sottolineare come la nostra società sostiene ed incoraggia comportamenti che talvolta assumono connotazioni nevrotiche, sconfinando in manifestazioni borderline e psicotiche.

Pertanto, ciò che viene sempre più a mancare è il contatto con la realtà e con i propri sentimenti: un concetto di solidarietà vera e genuina, inteso come elemento relazionale in grado di promuovere crescita, creatività ed autoregolazione.

Aspetti legati al cambiamento negli usi e nei consumi di sostanze


Che ruolo giocano le sostanze in tutto questo? Certamente il consumo di sostanze, oggi,
rappresenta sempre meno una forma di ribellione nei confronti del sistema, così come maggiormente è stato espresso nei movimenti della fine degli anni ‘60 e ‘70, ed è vero che i consumi sono sempre più integrati e sostenuti dalla società stessa. Ciononostante, questo non significa che determinati stili di consumo non riflettano un disagio più o meno percepito. A tal proposito, è importante distinguere tra forme d’uso e sperimentazione, le quali potrebbero essere definite “sane”, e forme d’abuso e dipendenza che sono nella maggior parte dei casi di natura patologica.


Vi sono sostanze che colludono con i meccanismi precedentemente espressi, come gli eccitanti che permettendo di eliminare fame, stanchezza ed alimentando l’illusione di essere più efficienti, diventano funzionali ai valori ed alle aspettative della società moderna. Non si creda, però, che il lavoratore assuma sostanze con l’unico scopo di reggere i carichi di lavoro. L’aumento delle ore lavorative, magari in specifici turni, perchè pagati di più e meglio, gli consente di acquistare la dose della sostanza che preferisce.


Come emerge da uno studio dell’Emcdda (Osservatorio europeo per le droghe e le tossicodipendenze), effettuato su consumatori problematici di cocaina in terapia, si possono individuare tre categorie principali. La più numerosa è costituita da soggetti, spesso in cura con terapia sostituiva, che assumono eroina e cocaina o ne alternano l’uso; la seconda, quella meno numerosa, è riferita a fumatori di crack, che frequentemente assumono la sostanza in associazione con oppiacei e rappresentano soggetti spesso emarginati, che possono appartenere a minoranze etniche, senzatetto, disoccupati o in condizioni di lavoro precarie; nel mezzo esiste una tipologia di soggetti ben integrati, dotati di condizioni di vita stabili e regolare impiego, che usano in prevalenza cocaina in polvere in combinazione con alcool e cannabis, avviati al trattamento in conseguenza di problemi legali o su pressione della rete familiare.


Questa ricerca rende bene l’idea della complessità del mondo delle sostanze, che difficilmente si può generalizzare; nondimeno, emerge un elemento comune
costituito dal policonsumo abituale, che genera dinamiche ancora poco conosciute quali, ad esempio, mix letali che innalzano la pericolosità dell’esperienza, la minimizzazione delle conseguenze dell’utilizzo a lungo termine di alcune sostanze come l’alcool negli assuntori di cocaina ed eroina, o ancora l’utilizzo di sostanze in funzione di altre, come la cannabis che alle feste viene utilizzata tanto per esaltare l’effetto di differenti sostanze, quanto per mitigarne alcuni effetti negativi (tipicamente il “down” o una eccessiva eccitazione).


Altro elemento degno di nota è la scissione che si genera nell’individuo, dovuta al fatto che spesso si vivono in forma frammentata i ruoli di lavoratore e di consumatore di sostanze, in modo particolare per chi ne fa uso a scopo performante, ma anche per chi le utilizza in contesti ludico-ricreativi. Questa dinamica è ulteriormente evidenziata dalle nuove norme in materia di sicurezza del lavoro, che prevedono controlli periodici rispetto al consumo di sostanze.


Infine, sebbene sia riconosciuto che non si consuma quasi mai da soli e che esiste un gruppo di riferimento, è necessario chiedersi quale funzione di supporto eserciti tale gruppo; le relazioni
che si stabiliscono tra coloro che abusano delle sostanze sono spesso complicità collusive, relazioni superficiali non sostenenti, finalizzate al reperimento e all’utilizzo di sostanze; ciò che viene a mancare è il confronto in merito ai vissuti concernenti l’uso, inoltre anche tra coloro che si possono definire consumatori integrati è possibile ritrovare una sorta di isolamento emozionale. Questo fa si che difficilmente si possa esprimere il disagio che spesso rappresenta tanto  la causa quanto la conseguenza dei comportamenti di addiction.


Un simile stato di cose è certamente imputabile al proibizionismo, che criminalizza i consumatori di sostanze, limitandone il contatto ed il confronto, demonizza le sostanze ed utilizza approcci educativi e preventivi di stampo terroristico, sortendo effetti contrari a quelli preposti.

Infoshock: strategie operative


Consumo controllato ed incontrollato
non rappresentano due concetti statici: l’autocontrollo è frutto di un processo di apprendimento, nel quale giocano un ruolo determinante i rituali e le regole dei rispettivi gruppi di appartenenza.


Come affermano diversi studiosi che si sono occupati di consumo controllato (Cohen, De Corte), mantenere i modelli di consumo entro i setting sociali permette di influire sulla gravità degli effetti negativi, e la più opportuna strategia di riduzione del danno consiste nel ridimensionamento della marginalizzazione e dell’esclusione dei consumatori di sostanze.


L’andamento del consumo è dato dall’interazione di tre variabili: set, setting e sostanza. Si è deciso di intervenire sul setting per tentare di modificare il set e quindi l’approccio alle sostanze. Per questo motivo a novembre 2008 si è inaugurato al Csoa Gabrio lo spazio Infoshock, un luogo di ascolto, di confronto, di formazione ed informazione sulle sostanze. Tra le varie attività proponiamo, a cadenza mensile, dei seminari teorico-esperienziali, specifici per sostanza ed attenti a nuove e vecchie dinamiche di policonsumo.La finalità dei seminari è duplice.


Nell’immediato è possibile mettere a confronto la propria esperienza, nell’ambito di un gruppo che funge da supporto e da stimolo oltre che da contenitore, allo scopo di fare emergere ricordi e sensazioni, derivanti dall’unica e peculiare interazione con la sostanza che ogni soggetto sviluppa e che è in grado di configurare l’andamento del consumo. Nell’esperienza con l’altro è sempre possibile identificarsi, tanto quanto dissociarsi dalle tesi esibite: in ognuno dei casi, esposizione e confronto promuovono consapevolezza e crescita creativa. Sono molti i contesti ed altrettanti i
gruppi, nei quali si parla di sostanze solo nel momento in cui si sente il desiderio o la necessità di procurarsele. Risulta in tal modo molto difficile l’elaborazione dei propri vissuti, che a volte celano problematiche latenti, predisponendo in tal modo ad un uso poco consapevole.


Tutti i workshops sono audio-registrati e la successiva rielaborazione permetterà l’autoproduzione di materiale informativo che sarà messo a disposizione dei frequentatori dello spazio ed in rete. Costituendo, in tal modo, il secondo obiettivo dei seminari: costruire delle schede sulle sostanze (ma non solo) a partire dai saperi e dalle esperienze dei consumatori.


Infine, nel corso di serate ed eventi lo spazio distribuisce gratuitamente materiale sterile ed informativo. Recentemente abbiamo iniziato la pratica dell’analisi delle sostanze, che, per noi, rappresenta principalmente uno strumento comunicativo e di aggancio: impostando adeguatamente il setting dell’analisi e fornendo un’adeguata restituzione è possibile prevenire comportamenti di assunzione ad alto rischio.


Siamo all’inizio di una esperienza che pensiamo possa rappresentare la migliore strategia operativa e d’intervento; collaboriamo con altre associazioni e realtà, come il Coordinamento operatori bassa soglia Piemonte ed il progetto Neutravel che ci  supporta negli interventi di riduzione del danno e limitazione dei rischi, il tutto affiancato da un progetto di interventi a carattere informativo e preventivo svolto in alcune scuole medie e superiori della città di Torino.

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Infoshock è uno spazio di discussione inerente le politiche sulle droghe. E' un collettivo di persone che si occupa di riduzione del danno e pratica interventi di limitazione del rischio nell'ambito dei free-party. Siamo un dei nodo di reti nazionali (Fine del mondo proibizionista, Itardd, Free Taz) ed europee (EuroHRN, Encod). Infoshock è un progetto del C.s.o.a. Gabrio, Via F. Millio, 42 - Zona San Paolo Antirazzista - Torino. View all posts by infoshocktorino

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