Secondo libro bianco sulla Fini-Giovanardi

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A cinque anni dall’approvazione della legge Fini-Giovanardi sulle droghe, i promotori dell’iniziativa presentano un rapporto – ricco di dati, in parte inediti – sulle conseguenze che questa legge ha avuto sul sistema della giustizia e sul carcere italiani. Di seguito, le parti salienti in sintesi.

L’impatto della legge antidroga sul carcere
–    Aumentano gli ingressi in carcere per droga in rapporto al totale degli ingressi: dal 28% del 2006 a 31% del 2010
–    Aumentano le denunce, specie per l’art.73 (detenzione a fine di spaccio): da 33.056 nel 2006 a 39.053 nel 2010. Di queste più del 40% (16.030), sono per cannabis.
–    Raddoppiano i detenuti presenti in carcere per art.73: 14.640 nel 2006 contro 27.294 nel 2010.
–    Aumentano gli ingressi dei tossicodipendenti sul totale degli ingressi: dal 27% del 2006 al 28,4% del 2010
–     Stabile il tasso di presenze di tossicodipendenti sul totale: 16.145 detenuti tossicodipendenti alla metà del 2006 (26,4%) contro 16.245 al 31 dicembre 2010 (24, 4% ma mancano i dati degli istituti romani e di altri minori).

La repressione sul consumo
–    Aumentano le segnalazioni al Prefetto: da 39.075 segnalati nel 2006 a 47.093 nel 2008 (dato ultimo consolidato).
–    Oltre il 70% dei segnalati è per cannabis
–    Più che raddoppiate le sanzioni irrogate: da 7.229 nel 2006 a 16.154 nel 2010
–    Crollano le richieste di programmi terapeutici: da 6.713 nel 2006 a 518 nel 2010.
Le misure alternative al carcere
–    Diminuiscono le misure alternative: da 3852 persone in affidamento al 1 Gennaio 2006 a 2.527 al 30 aprile 2011
–    Prima del 2006, la maggioranza dei tossicodipendenti godeva dell’affidamento dalla libertà, con la nuova legge il rapporto si è invertito: al 30 aprile 2011, 1621 persone erano in affidamento dopo essere passate dal carcere, a fronte di 906 soggetti provenienti dalla libertà

Le operazioni antidroga
–    Crescono costantemente le operazioni antidroga ma non i sequestri (23.187 operazioni nel 2009, massimo storico dell’ultimo decennio)

CONCLUSIONI
Il sistema repressivo punta al basso: i dati complessivi ci dicono che la gran parte delle persone che entrano in carcere per la legge antidroga sono consumatori/piccoli spacciatori
La repressione è concentrata sulla cannabis
L’impatto carcerario della legge antidroga è la principale causa del sovraffollamento
All’aumento della carcerazione e delle sanzioni amministrative corrisponde un abbattimento dei programmi terapeutici
I dati forniti annualmente dalla Relazione del governo al parlamento sono in parte carenti e in parte inaffidabili: in particolare, mancano a livello nazionale i dati sulle condanne per l’ipotesi di lieve entità dell’art.73. Una ricerca in profondità condotta in Toscana mostra che il 40% dei detenuti sono in carcere per reati di droga minori. I dati sulla prevalenza del consumo di droga della Relazione per l’anno 2009 non sono paragonabili a quelli dell’anno precedente, rendendo impossibile individuare il trend.
E’ urgente una modifica della legge, iniziando da norme che definiscano come reato autonomo l’ipotesi di lieve entità dell’art.73, cancellino la legge Cirielli sulla recidiva, rendano di nuovo praticabili le alternative terapeutiche, sia per le condanne carcerarie che per le sanzioni amministrative.

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