Apprendiamo da Aduc degli esiti di una ricerca svolta dal team di Daniele Piomelli dell’università di Irvine in California e pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, secondo cui i cibi grassi farebbero produrre al cervello gli endocannabinoidi inducendone pertanto l’assunzione. Se da un lato si progredisce nella comprensione dei meccanismi voluttuari connessi con alcuni cibi, dall’altro vi è una riconferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di come certe sostanze, attraverso i meccanismi del piacere, per quanto possano indurre a ripetere l’esperienza, sono controbilanciati dalla propria volontà. Se, ad esempio, pensassimo che i problemi di sovrappeso ed obesità derivassero unicamente dalla scoperta del meccanismo di cui sopra, annulleremmo tutte le teorie sulla corretta alimentazione che si fondano sulla scelta di cibi sani, sull’uso moderato di zuccheri, grassi e bevande alcoliche e in genere su una miscela bilanciata di nutrienti, facendo leva su un’educazione al mangiare sano non certo su norme che mettono fuori legge determinati cibi il cui abuso è fonte di problemi, anche gravi, alla salute. Proprio non si capisce come mai queste regole di buon senso non possano essere applicate alle droghe, nonostante i recenti studi sul consumo controllato indichino che al di là delle leggi esistano comportamenti di autocontrollo ben diffusi e condivisi. Di più, il crescente abuso di cibo, proprio della società odierna, è il risultato di uno scarso ricorso all’attività fisica ma soprattutto dell’adesione a ben determinati modelli di consumo, gli unici che dovrebbero essere messi sotto accusa accanto a certi metodi industriali di preparazione dei cibi che in nome del profitto propongono alimenti che contengono sostanze realmente nocive. In base ai precetti proibizionisti, il pericolo, purtroppo, non è la criminalizzazione di quest’ultimi, ma la creazione di un mercato illegale delle patatine fritte, il ritiro della patente per chi le mangia, l’arresto degli spacciatori di cartocci e l’eradicazione dei campi di patate!
9 Luglio 2011
Occhio agli spacciatori di patatine fritte
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Infoshock è uno spazio di discussione inerente le politiche sulle droghe. E' un collettivo di persone che si occupa di riduzione del danno e pratica interventi di limitazione del rischio nell'ambito dei free-party. Siamo un dei nodo di reti nazionali (Fine del mondo proibizionista, Itardd, Free Taz) ed europee (EuroHRN, Encod). Infoshock è un progetto del C.s.o.a. Gabrio, Via F. Millio, 42 - Zona San Paolo Antirazzista - Torino.
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