Verso i Cannabis Club
Pisa 2 Marzo 2013 Ex Colorificio occupato
I danni del proibizionismo sono sotto gli occhi di tutti, eccetto, di coloro i quali offuscati da “indiscutibili principi ideologici” non possono né vogliono accettare le evidenze: reiterati accertamenti della persistente violazione dei diritti umani dei consumatori di sostanze, siano essi problematici o consapevoli, qualunque sia la sostanza che hanno deciso di assumere, “leggera” o “pesante”.
La posizione proibizionista, opposta a una concezione che rivendica l’esistenza (e lotta per la difesa) delle libertà individuali, si configura nella mente di alcuni dei suoi sostenitori, quale unica risposta possibile a una serie di problemi che un mercato illegale da una parte e l’abuso delle sostanze dall’altro, hanno certamente creato, tanto nelle collettività quanto negli individui. Malgrado si appartenga a tale categoria o ad una delle varianti più moderate, non è più accettabile non accorgersi del fallimento delle politiche proibizioniste sin qui perseguite a meno che non si convenga a quella categoria di censori ben conscia della genesi del modello ed in grado di sfruttarlo per meri fini economici e di controllo sociale.
Il fallimento è certo non solo perché non si è raggiunto l’obiettivo di un mondo libero dalle droghe, in origine sancito in seno alle organizzazioni mondiali, ma molto più per le conseguenze delle azioni poste in essere. Si è man mano assistito al consolidamento e all’accrescimento nel numero delle organizzazioni dedite al narcotraffico, all’indebolimento delle comunità attraverso la corruzione, agli aumentati problemi di natura sanitaria conseguenti a politiche errate e ad una sempre maggiore diffusione di sostanze utilizzate in maniera inconsapevole ed irresponsabile (ad esempio, basti pensare alla diffusione delle infezioni da Hiv in uno dei paesi maggiormente proibizionisti al mondo come la Russia). Al contempo, la violazione dei diritti umani perpetrata a più livelli ed in maniera differente nelle comunità – ancor più se povere, con maggior ferocia – generate dalle azioni di intelligence e polizia, hanno tradito i principi su cui si fondano le organizzazioni mondiali e hanno invalidato qualsiasi supposta liceità delle politiche di proibizione. Continue reading