Anche quest’anno, la festa della semina è un momento per raccogliere idee, riflettere, organizzarsi e preparare il terreno per il futuro.
La situazione attuale è un caos in cui tutto può accadere. Grandi sconvolgimenti sociali, frutto della crisi, hanno tra i loro effetti quello di metterci a confronto con la realtà, non potendo più permetterci comode illusioni.
Sempre di più le categorie sociali in cui per anni siamo stati costretti senza quasi accorgercene vengono meno, anche se la strada verso la parità sociale è ancora lunga, iniziamo a sentirci più simili e vicini, sopratutto nelle difficoltà.
È un buon momento per far valere i propri diritti e concretizzare lotte che partono da lontano e hanno visto mietere moltissime vittime sotto i colpi della repressione.
Siamo stanchi di vivere con il peso della paura generata dalla persecuzione. Stanchi di dover subire il disagio sociale, l’abuso di sostanze e le situazioni di spaccio; reazioni spontanee ma disorganizzate e senza speranza, che di fatto non fanno altro che contribuire a mercato nero, narcotraffico e controllo sociale, rendendoci incapaci di difenderci e contrastare i loro effetti negativi.
Stanchi di dover rinunciare a una vita libera, all’autodeterminazione personale solo per il beneficio degli avidi, solo perchè non sappiamo organizzarci.
Se vogliamo andare oltre tutto questo, dobbiamo innanzitutto superare gli individualismi, le differenze. Trovare punti in comune su cui unirci, confrontarci e superare le differenze. Solo collaborando potremo avere la forza per raggiungere gli obiettivi davanti a noi. Solo smettendo di pensare ognuno al proprio orto o campo, al proprio misero tornaconto, potremo riuscire una volta per tutte ad affrontare chi impone il proibizionismo e tutto ciò che ne consegue, dal narcotraffico allo spreco delle risorse, dal controllo sociale all’accanimento su chi con la canapa si cura.
È il momento di mettersi in gioco in prima persona, unirsi e coordinarsi localmente e a livello nazionale per affrontare seriamente il problema.
Questo già inizia ad avvenire in molte città d’italia, producendo piccoli e grandi significativi risultati, passi avanti verso la meta. La nascita spontanea di collettivi volti alla riduzione del danno, di associazioni per l’autoproduzione collettiva di cannabis ad uso terapeutico e le iniziative comuni dei centri sociali in occasione di questa semina ne sono la prova tangibile. Non si può più aspettare: dobbiamo smetterla con l’indifferenza e la rassegnazione.
Informati, affronta seriamente l’argomento con amici e colleghi, partecipa e sostieni i gruppi che fanno attivismo antiproibizionista, basta essere un collaboratore passivo di repressione e proibizionismo!
Lascia germogliare in te la voglia di cambiamento e fai crescere la lotta!!
CSA TERRA DI NESSUNO