La politica sulla Cannabis in Olanda: si va avanti non indietro!

wietpasFonte: Transform – Getting drugs under control

Nota della redazione: tra le tante, troppe, informazioni sul sistema di distribuzione dei coffe shop, il collettivo Infoshock ha voluto raccogliere una sintesi sull’attuale realtà olandese che serva tanto da specchio sull’evoluzione delle politiche sulle droghe leggere quanto da “strumento” per coloro i quali si recano nei Paesi Bassi e vogliono conoscere ciò che potrebbe aspettare loro se varcassero la soglia di uno dei centinaia di coffe shop esistenti. Le informazioni sono, volutamente, reperite da Transform, una fondazione che si occupa in modo serio e corretto, senza coinvolgimenti di parte, di osservare, studiare e proporre il cambiamento globale che si delinea dopo il fallimento della “war on drug”.

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12 marzo 2014

Malintesi e false dichiarazioni sulla realtà e le proposte di cambiamento della politica olandese sulla cannabis nel 2011, hanno portato alcuni oppositori della riforma della cannabis a suggerire che il paese si stia ritirando dalla sua politica – pragmatica e di lunga data – di tolleranza sul possesso, l’uso e la vendita di cannabis.
Non è questo il caso. In realtà, la maggior parte delle misure più regressive non sono state attuate o sono state, in seguito, abbandonate, o hanno avuto solamente un impatto marginale. Inoltre, vi è un crescente sostegno pubblico per una più ampia riforma progressista, tra cui un sistema di regolamentazione legale della cannabis simile a quello adottato in Uruguay, e gli sforzi per stabilire simili modelli di produzione e fornitura sono in corso in numerosi Comuni.

Il background

L’approccio olandese alla politica della cannabis è sempre stato fondamentalmente pragmatico, piuttosto che guidato politicamente o ideologicamente. Quando il “nuovo” approccio è stato adottato formalmente, nel 1976, è stato motivato principalmente dal desiderio di separare il mercato della cannabis, considerata relativamente a basso rischio, dal mercato delle altre droghe illegali, più rischiose. La politica ha effettivamente depenalizzato il possesso personale e l’uso di cannabis per gli adulti, ma a differenza di altri approcci di depenalizzazione attuati altrove(1), in Olanda è ulteriormente tollerata l’a possibilità della vendita di bassi quantitativi di cannabis, nei punti vendita che poi divennero i noti “coffe shop” olandesi. I coffee shop sono autorizzati ad operare in condizioni di autorizzazione rigorose, che includono restrizioni di età per l’accesso, il divieto di vendita di altre droghe (incluso l’alcol), e controlli sull’aspetto esteriore dell’esercizio, la segnaletica e le azioni di marketing dei negozi. L’approccio è ampiamente riuscito:

– Solo il 14% dei consumatori di cannabis in Olanda segnala di far un uso abituale di altre droghe, rispetto al 52% in Svezia.(2)
– I tassi del consumo di cannabis nei Paesi Bassi sono equivalenti o inferiori a quelli di molti paesi vicini (che non hanno coffe shop),(3) e sono sostanzialmente inferiori a quelli del USA. (4);
– Anche se l’uso di cannabis in Olanda è aumentato dal 1976, questo è in linea con le normali tendenze europee.
– Ogni anno, i coffe shop generano circa 400 milioni di euro in tasse – soldi che altrimenti sarebbero maturati a profitto(5) dei criminali.

Il pragmatismo sta alla base della politica olandese anche sulle droghe più problematiche, come l’eroina iniettabile, per la quale si è a lungo implementato un approccio di riduzione del danno consistente nello scambio di siringhe, prescrizione di terapie sostitutive degli oppiacei, e alcune prescrizioni di mantenimento a base di eroina. Come risultato, i tassi di durata dell’uso di eroina nei Paesi Bassi sono un terzo di quelli negli USA.(6)

Tuttavia, il sistema dei coffee shop non è privo di problemi. In alcune città di confine del sud, ci sono stati problemi causati dal gran numero di visitatori provenienti dai paesi limitrofi diretti verso i coffe shop.(7) Più significativamente, i capricci di un’evoluzione del sistema all’interno di un quadro giuridico internazionale che ne vieta la produzione legale, ha portato al paradosso secondo cui mentre le vendite sono tollerate e de facto legalizzate,(8) i coffe shop sono ancora alimentati tramite un sistema di produzione illegale – che spesso coinvolge gruppi criminali organizzati.

Gli oppositori alla riforma della legge sulla cannabis hanno cercato di dipingere l’esperienza olandese con una luce negativa, ma hanno in gran parte fallito, e gli schiaccianti esiti positivi parlano da soli. Tuttavia, quando un nuovo governo conservatore ha deciso di imporre una serie di nuove restrizioni sui coffe shop nel 2011, ciò è stato presentato da coloro i quali avevano una visione critica come la prova che “l’esperimento cannabis” olandese era ormai concluso, grazie al suo fallimento. Questo rapporto contesta questa narrazione, fissando i fatti su questioni chiave.

Il “wietpas”

Una delle iniziative a più alto profilo sulla limitazione delle vendite di cannabis in Olanda è stato la proposta del “wietpas” (“pass dell’erba”) – un sistema che potrebbe effettivamente trasformare i coffe shop in club privati con un massimo di 2.000 membri adulti che devono risiedere nei Paesi Bassi.

Le preoccupazioni circa la mossa proposto erano diffuse fin dall’inizio, con obiezioni provenienti dal più grande sindacato di polizia dei Paesi Bassi, nonché dai sindaci delle quattro più grandi città, Amsterdam, Rotterdam, L’Aja e Utrecht, dove sono situati la maggior parte dei coffe shop. Le autorità di Amsterdam erano particolarmente votate alla protesta; un terzo dei coffe shop del paese si trovano nella città, generando un’attività economica preziosa – con particolare riferimento ai redditi derivanti dal turismo – a fronte di pochi problemi connessi.

Un sondaggio del 2012 ha rivelato che il 60% delle persone pensava che il regime dei wietpas dovesse essere interrotto, e l’80% riteneva che sarebbe aumentato il traffico illegale(9). In un recente sondaggio tra giudici e pubblici ministeri olandesi,(10) il 63,9% ha dichiarato di non considerare l’obbligo di residenza quale modo efficace di soppressione dei problemi di ordine pubblico che possono riguardare i coffe shop. Tali preoccupazioni erano fondate: un incremento dello spaccio in strada è stato ampiamente riportato in quei comuni del sud dell’Olanda che hanno adottato tali restrizioni.

Il wietpas doveva essere implementato a livello nazionale nel 2013, ma è stato sostanzialmente abbandonato dal nuovo governo di coalizione nel mese di ottobre 2012. Tuttavia, i comuni mantengono il controllo sulla politica dei coffee shop locale (e quindi alcuni non li consentono), e alcuni hanno mantenuto il vincolo della residenza, nonostante il rifiuto della proposta del wietpas.(11) Tuttavia, un sondaggio del 2014 ha rilevato che, di quei comuni che permettono l’apertura dei coffe shop, l’85% non applica il criterio della residenza.(12)

Limiti sulla potenza della cannabis al dettaglio

Un’altra mossa ampiamente riportata è stato l’annuncio, nel 2011, che il governo olandese intendesse imporre un limite di potenza del 15% sul THC della cannabis venduta nei coffe shop. La cannabis al di sopra di tale limite potrebbe essere classificato come una “droga pesante” e soggetta a una risposta commisurata al suo status giuridico. Questa proposta non è ancora stats implementata ed è stata contrastata da quasi tutti gli uffici del governo, che sarebbero coinvolti nel far rispettare tale limite, comprese le forze di polizia e il servizio penale e forense.(13) L’attuale governo intenderebbe, comunque, attuare la misura, ma il suo futuro è sempre più incerto. La ricerca dell’Istituto Trimbos ha sostenuto in modo convincente che la soglia di potenza è arbitraria e che non vi è alcuna prova che ridurrebbe i rischi alla salute.(14)

La chiusura dei coffee shop

Il numero totale di coffe shop nei Paesi Bassi si è progressivamente ridotta da circa 850 nel 1999 a 651 alla fine del 2011.(15) Alcuni hanno interpretato ciòo come una tendenza che porterà alla chiusura di tutti i coffee shop olandesi, ma in realtà è per lo più il risultato di una evoluzione delle regole connesse alle licenze comunale. Non vi è alcuna indicazione che il sistema dei coffee shop sia stato abbandonato (vedi, di seguito, il parere dell’opinione pubblica) e il numero di comuni in cui si trovano i coffe shop è rimasto la stesso.

Un altro sviluppo che ha avuto luogo nel corso del 2011 è stata l’introduzione di un divieto per i coffe shop posti a 250 metri a piedi da un liceo. Sebbene annunciato come una misura di protezione dei minori, era più che altro il tentativo di compiere una scelta politica accattivante per taluni elettori e non è sostenuta da alcun elemento significativo. Tuttavia, nella pratica, i poteri di licenza concessi ai comuni permettono efficacemente d’ignorare il divieto, se questi lo desiderano.

L’opposizione si è concentrata sul fatto che in alcune aree urbane – dove sono situati la maggior parte dei coffe shop – una rigida regola, sulla questione della distanza di 250 metri, comporterebbe alla maggioranza di essi di chiudere. E mentre la questione, di come la regola è o sarà rigorosamente applicata, rimane un punto controverso, ciò potrebbe significare che ad Amsterdam, attualmente almeno 28 coffe shop sarebbero interessati a una graduale chiusura tra il 2014 e il 2016.

L’opinione pubblica

Il sostegno dell’opinione pubblica ai coffe shop è aumentato durante il corso di tutta la loro esistenza. Il più recente sondaggio, effettuata nel dicembre 2013, mostra che una maggioranza significativa della popolazione olandese vorrebbe andare oltre, con il 65% di sostegno al tipo di regolamentazione legale della cannabis attuata in Uruguay.(16)

Netherlands-poll

 

 

 

 

 

 

 

 

Nuovi sforzi per affrontare il “problema della porta sul retro”

Forse la preoccupazione più giustificata con il sistema dei coffee shop è il “problema della porta sul retro”, in base al quale la vendita di cannabis è tollerata (il farmaco può lasciare il coffe shop tramite la porta d’ingresso), ma la produzione e la coltivazione (cioè la filiera che porta fino alla porta sul retro dei coffe shop) restano vietate. Ciò ha portato a preoccupazioni circa i legami tra i coffe shop e la criminalità organizzata.

Tuttavia, se c’è qualche verità sulle affermazioni in merito a tali collegamenti, è quasi tutto a causa del paradosso giuridico per cui la fornitura di cannabis ai coffe shop costituisce un atto criminale, mentre la vendita di cannabis tramite i coffe shop non lo è (di fatto).

Inoltre, l’affermazione secondo cui l’80% della cannabis coltivata in Olanda è destinata all’esportazione e controllata da organizzazioni criminali è stata presentata come sforzi della propaganda.(17) Sforzi per risolvere questo problema attraverso una qualche forma di produzione regolamentata per la fornitura ai coffe shop sono in corso da molti anni, ma sono stati, recentemente, dati nuovi impulsi dagli sviluppi in altri paesi, come la crescita dei Cannabis Social Club(18) in Spagna e la legalizzazione della cannabis in Uruguay e in due stati americani.

41 comuni hanno approvato un manifesto che chiede di disciplinare la produzione di cannabis, e 25 dei 38 più grandi comuni hanno chiesto al ministro della Giustizia l’autorizzazione a sperimentare varie forme di produzione di cannabis autorizzata e fornita all’ingrosso.(19) Queste includono la concessione di licenze a produttori privati e ad aziende comunali. Finora, nessuna di tali proposte sono state approvate, ma il sindaco di un comune del sud, Heerlen, ha pubblicamente espresso la sua volontà di procedere senza l’autorizzazione formale.

Inoltre, la maggior parte dei sostenitori di entrambi i partiti che attualmente compongono il governo di coalizione olandese sono a favore della legge che disciplina la fornitura di cannabis,(20) e il secondo più grande partito, i “Democratici 66” attualmente all’opposizione, sta preparando un disegno di legge per realizzare questo obiettivo.(21) Di conseguenza, tutti i segnali indicano come esista un sostegno popolare e politico ampio per continuare la storica e progressiva presa di posizione del paese sulla cannabis.

Ulteriori scritti

Rolles, S. and Murkin, G. (2013) How to Regulate Cannabis: A Practical Guide, Transform Drug Policy Foundation. www.tdpf.org.uk/resources/publications/how-regulate-cannabis-practical-g…
Grund, J-P. and Breeksema, J. (2013) Coffee Shops and Compromise: Separated Illicit Drug Markets in the Netherlands, Global Drug Policy Program, Open Society Foundations. www.opensocietyfoundations.org/sites/default/files/Coffee%20Shops%20and%…
The Transnational Institute, Drugs and Democracy. http://www.tni.org/work-area/drugs-and-democracy
DrugWarFacts.org, ‘The Netherlands Drug Control Data and Policies’. www.drugwarfacts.org/cms/?q=node/1212#sthash.P8h7c9ur.dpbs

Riferimenti

1 Rosmarin, A. and Eastwood, N. (2013) A Quiet Revolution: Drug Decriminalisation Policies in Practice Across the Globe, Release. http://www.release.org.uk/sites/release.org.uk/files/pdf/publications/Release_Quiet_Revolution_2013.pdf
2 European Monitoring Centre on Drugs and Drug Addiction (2013) Further insights into aspects of the EU illicit drugs market: summaries and key findings, p. 18. http://ec.europa.eu/justice/anti-drugs/files/eu_market_summary_en.pdf
3 European Monitoring Centre on Drugs and Drug Addiction (2012) ‘Cannabis: last year prevalence among all adults (15-64 years old)’. http://www.emcdda.europa.eu/countries/prevalence-maps
4 MacCoun, R. J. (2011) ‘What can we learn from the Dutch cannabis coffeeshop system?’, Addiction, vol. 106, no. 11, pp. 1899-1910.
5 Grund, J-P. and Breeksema, J. (2013) Coffee Shops and Compromise: Separated Illicit Drug Markets in the Netherlands, Global Drug Policy Program, Open Society Foundations, p.52. http://www.opensocietyfoundations.org/sites/default/files/Coffee%20Shops%20and%20Compromise-final.pdf
6 DrugWarFacts.org, ‘The Netherlands Drug Control Data and Policies’. http://www.drugwarfacts.org/cms/?q=node/1212#sthash.P8h7c9ur.U7xGMiJD.dpbs
7 For more discussion, see chapter on cannabis tourism, page 197, in Rolles, S. and Murkin, G. (2013) How to Regulate Cannabis: A Practical Guide, Transform Drug Policy Foundation. http://www.tdpf.org.uk/resources/publications/how-regulate-cannabis-practical-guide
8 For more on the distinction between de facto and de jure legalisation, see Rolles, S. and Murkin, G., op. cit., pp. 30-31.
9 Peil.nl (2013) ‘Cannabis opinion polls in the Netherlands’ (translated by the Transnational  Institute). http://www.druglawreform.info/images/stories/documents/Cannabis_opinion_poll_in_the_Netherlands_2.pdf
10 Lensink, H. and Husken, M. ‘De rechter is het zat’, Vrij Nederland, 10/12/13. http://www.vn.nl/Archief/Justitie/Artikel-Justitie/De-rechter-is-het-zat.htm
11 For more detail on the wietpas see: Blickman, T., ‘Cannabis pass abolished? Not really’, Transnational Institute blog, 30/10/13. http://www.druglawreform.info/en/weblog/item/4005-cannabis-pass-abolished-not-really
12 Maalsté, N. et al. (2014) Verplicht nummer Onderzoek naar de lokale handhaving van het coffeeshopbeleid, Access interdit. http://accesinterdit.nl/images/2014-02/verplicht-nummer-def_1.pdf
13 The possibilities for regulating potency in legal cannabis products, and the issue of potency-related harm, are discussed in Rolles, S. and Murkin, G., op. cit., pp. 107-116.
14 Trimbos Institute (2013) THC-concentraties in wiet, nederwiet en hasj in Nederlandse coffeeshops. http://www.trimbos.nl/webwinkel/productoverzicht-webwinkel/alcohol-en-drugs/af/af1221-thc-concentraties-2012-2013
15 Bieleman, B., Nijkamp, R. and Bak, T. (2012) Coffeeshops in Nederland 2011. Groningen: Intraval.  http://www.intraval.nl/pdf/b108_MCN11.pdf
16 Peil.nl, op. cit.
17 Blickman, T. and Jelsma, M., ‘The Netherlands is ready to regulate cannabis’, Transnational Institute blog, 19/12/13. http://druglawreform.info/weblog/item/5219-the-netherlands-is-ready-to-regulate-cannabis
18 Rolles, S. and Murkin, G., op. cit., pp. 62-65.
19 de Graaf, P. ‘Burgemeesters werken aan manifest voor legalisering wietteelt’, Volkskrant.nl. http://www.volkskrant.nl/vk/nl/2686/Binnenland/article/detail/3565577/2013/12/20/Burgemeestersmanifest-voor-legalisering-wietteelt.dhtml
20 Blickman, T., ‘Majority of the Dutch favour cannabis legalisation’, Transnational Institute blog, 04/10/13. http://www.druglawreform.info/en/weblog/item/4960-majority-of-the-dutch-favour-cannabis-legalisation
21 DutchNews.nl, ‘D66 Liberals to draft regulated marijuana production proposal’, 20/11/13. http://www.dutchnews.nl/news/archives/2013/11/d66_liberals_to_draft_regulate.php

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