Fonte: Encod Italia
Il quattro novembre, la maggioranza degli elettori degli stati americani dell’Alaska, e dell’Oregon hanno votato per la legalizzazione della cannabis. Ora, sono quattro gli stati Usa che hanno legalizzato la cannabis. In genere, ci si attende che l’Europa segua l’esempio americano, specialmente ora che sta diventando chiaro quanto denaro si possa fare con la pianta ma proprio questo rappresenta una minaccia alla “vera” cultura della cannabis.
L’annuale High Times Cannabis Cup di Amsterdam ha, per certi versi, simbolicamente rappresentato il crescente gap tra il vecchio e il nuovo mondo. Per la prima volta in 27 anni si è rivelato impossibile organizzare la tradizionale fiera. I 44 venditori che erano pronti a installare i loro stands, il 23 novembre sono stati avvisati di dover fare le valigie. La città di Amsterdam aveva dichiarato che ci sarebbe stato un massiccio raid della polizia se l’expo fosse continuato. La maggior parte dei venditori aveva viaggiato migliaia di chilometri per partecipare.
Tra i respinti vi era anche l’organizzazione olandese VOC (Unione per l’abolizione della proibizione della cannabis), i cui attivisti hanno inscenato una protesta durante le cerimonie finali al Melkweg.
Gli attivisti della VOC hanno parlato con innumerevoli partecipanti e giornalisti durante la settimana del Cannabis Cup, su come non riuscissero a capacitarsi del fatto che la politica sulle droghe olandese fosse diventata tanto rigida e repressiva, proprio nel momento in cui gli Stati Uniti stanno optando per la legalizzazione. Nello stesso giorno in cui gli elettori di Alaska e Oregon hanno legalizzato la cannabis, la Eerste Kamer (il Senato Olandese) ha varato una nuova legge che vieta ogni tipo di preparazione o facilitazione della produzione di cannabis.
Il mese scorso, il programma televisivo olandese ’Tegenlicht’(controluce) mostrava come sia esattamente questa facilitazione a costituire un mercato largamente in crescita in Colorado. Centinaia di imprese commerciali legate alla cannabis sono spuntate nel corso degli ultimi anni e cresciute in maniera esplosiva. Nel suo report sul Colorado, Ty Hubbard di Greenlabs spiega: ’La maggior parte delle persone non necessariamente coltiva o vende, ma ha a che fare con attività economiche periferiche, sia nel campo del merchandising oppure, come Adam che opera un gradino sopra, vendendo vestiti di canapa. Per ironia della sorte: Adam Dunn é scappato dagli Stati Uniti ad Amsterdam negli anni Novanta. Di ritorno nel paese natio, ora prevede, come nel giro di tre anni, l’ottanta percento degli stati avrà legalizzato la cannabis dopo che il governo federale ne avrà cancellato il divieto.
I tempi in cui gli USA minacciavano i paesi che volevano legalizzare o addiritura anche solo decriminalizzare, cancellando le sanzioni sulla cannabis, sono definitivamente passati. I paesi europei hanno molto spazio per dare uno stop all’insensata ’guerra contro l’erba’. Questa è la buona notizia: la rivoluzione verde è inarrestabile. Ora, la questione è se possiamo evitare che la rivoluzione divori i suoi figli, secondo la famosa battuta di Wolfgang Leonard. Nel reportage sul Colorado il consigliere comunale di Denver city Chris Nevett afferma: ’E’ interessante notare come noi, all’inizio quando solamente la marijuana medica era legale, vedevamo molta gente, del genere che voi potreste – sapete – associare allo stereotipo della gente che utilizza marijuana, gente con capelli lunghi e magliette psichedeliche tipo quelli che in passato rappresentavanoesponenti della Controcultura, farsi largo in questa attività. Molti di loro finirono presto ai margini. Il business della cannabis, in Colorado, è ora dominato da gente in giacca, con i capelli corti, con carriere formative nel business. E’ un business legittimo come tutti gli altri.’
Ty Hubbard di Greenlabs stima che i prezzi degli immobili a Denver siano triplicati dopo la legalizzazione. La ’corsa verde’ in Colorado e negli altri stati che hanno legalizzato la cannabis viene paragonata al boom di Internet degli anni Novanta e alla febbre dell’oro nei primi anni del Novecento. Questo è il punto in cui l’ironia diventa acida: il paese che ha obbligato il mondo intero a vietare e a combattere la cannabis,adesso è un pioniere e un grande profittatore dell’industria della cannabis legale. Una citazione del consigliere comunale Nevett dimostra come velocemente l’ Europa, e in particolare i Paesi bassi stiano andando indietro e passando il testimone: ’Non solo stiamo creando nuovi lavori, non solo stiamo creando gettito fiscale, ma stiamo anche creando capitale intellettuale, una cosa veramente importante. Quindi questo è un ottimo mondo nuovo. Penso che ci siano enormi benefici, un enorme capitale intellettuale, che arriva grazie al fatto di costituire i primi germogli di una nuova attività.’
La vista di imprenditori americani della cannabis e della canapa cacciati dalla High Times Cannabis Cup ad Amsterdam e minacciati dalla polizia è una caratteristica di questo bizzarro cambio di eventi. Mentre l’Olanda sta macellando la gallina dalle uova d’oro, l’America sta costruendo una batteria di galline. E mentre la cannabis legale e un’applicazione ampia delle attività legate a questa potrebbe tirar fuori l’Europa dalla crisi, i nostri politici insistono sulla retorica della guerra alla droga o quando va bene si limitano a timidi esperimenti.
Per Encod il potenziale economico della cannabis e di altre droghe ancora illegali è un argomento di importanza marginale. Gli argomenti più rilevanti sono il diritto all’autodeterminazione, la libertà e l’indipendenza di ogni cittadino. E’ per questo che la libertà di coltivare è così cruciale. Ogni monopolio, che sia tenuto dallo stato, dall’industria farmaceutica o da attori commerciali, dovrebbero essere esautorato. Naturalmente tutti questi attori fanno la loro parte: i governi osservano, controllano e raccolgono le entrate fiscali, le compagnie farmaceutiche possono re-introdurre le piante in tutte le forme loro consentite e gli imprenditori possono fare un sacco di soldi e creare posti di lavoro. Ma i cittadini devono essere liberi di coltivare le proprie piante qualora lo volessero fare.
Il modello dei Cannabis Social Club può rappresentare un’eccellente alternativa europea al modello americano ipercommerciale. Trasparente, democratico e con l’accento posto sull’aspetto sociale della cultura della cannabis . Encod continuerà a promuovere questo modello e a sostenere sia i nuovi, sia i CSC già esistenti, ovunque potremo. Ma noi insisteremo anche sulla libertà di coltivare e il diritto all’autodeterminazione per ogni cittadino adulto. Questo messaggio diventerà sempre più importante negli anni a venire. Per questi motivi, per favore sostenete questo processo e diventate membri di Encod. Oppure cercate di fare in modo di fare aderire altre persone a Encod sene siete già membri. Per una pace duratura sulle droghe.
Foto e testo di Derrick Bergman
NOTIZIE DALLA SEGRETERIA
Dal 3 al 5 dicembre, un incontro della Commissione sulle Droghe Narcotiche si svolgerà a Vienna. Questo meeting intende preparare la sessione annuale che si svolgerà dal 9 al 17 marzo 2015. Il delegato di Encod Janko Belin vi parteciperà e presenterà una sfida ai governi del mondo, per preparare una posizione all’Assemblea Generale Speciale delle Nazioni Unite – UNGASS del 2016 che sia fondata su un serio dibattito con la società civile coinvolta dall’impatto delle attuali politiche e che riguardi le possibili alternative.
In questo mese noi ci aspettiamo di poter annunciare la data di un evento al Parlamento Europeo a Bruxelles da tenersi all’inizio del prossimo anno. Questo evento riunirà vari membri del Parlamento Europeo che intendono intraprendere delle iniziative concrete per creare questo dibattito all’interno dell’Unione Europea.
Infine, a dicembre, noi inizieremo un’inventario di tutti i cannabis social club in Europa, a partire dai membri di Encod che si identificano come CSC in linea con il codice di condotta concordato nel 2011.