Quando gli storici affronteranno l’evoluzione delle politiche sulle droghe del 21mo secolo, ciò che maggiormente li disorienterà sarà la domanda: ”Cosa ha impedito per così tanto tempo alla comunità internazionale di abolire le tre convenzioni internazionali sui narcotici?” A una crescente maggioranza di cittadini del mondo è chiaro come la criminalizzazione delle sostanze – che certe persone hanno usato per secoli – costituisce un errore storico cui si deve porre rimedio il più presto possibile. Il tentativo di regolamentare tale problema – che essenzialmente è un problema sociale – con interventi di polizia, costituisce un totale e assoluto fallimento. Questa è la corretta tendenza dell’opinione pubblica, in tutto il mondo.
La soluzione è semplice, lampante, e viene attuata unilateralmente, nel momento in cui stiamo parlando, da stati membri che vanno dal Portogallo al Canada: la regolazione da parte di singoli stati. Il ritardo nell’implementazione di questa inevitabile soluzione a livello internazionale sta avendo, ogni giorno nel mondo, disastrose implicazioni sulla sicurezza pubblica. La violenza connessa con le droghe illegali uccide un quarto di milione di persone l’anno: questa dimensione è peggiore del danno causato dalla più pericolosa delle droghe. La causa di ciò sono leggi talmente inefficaci e controproducenti che, nel mondo, le comunità non le stanno più sostenendo.
In questo momento, l’Uruguay e quattro stati degli Stati Uniti hanno votato per legalizzare la cannabis. Prima della Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGASS) del 2016, tale numero sarà cresciuto in maniera significativa: solo negli Stati Uniti. I sondaggi mostrano come i cittadini, per lo meno di una mezza dozzina di stati, voteranno per regolamentare la cannabis. Il Presidente del Messico, Enrique Peña, ha dichiarato lo scorso mese che l’effetto valanga spingerà verso un’ulteriore regolamentazione in America Latina. E lui dovrebbe esserne contento. Negli stati e nelle nazioni che hanno legalizzato la cannabis e/o decriminalizzato le droghe, il crimine , la violenza e i tassi di uso da parte dei giovani sono tutti calati, mentre le entrate fiscali sono state strappate dalle mani dei criminali.
L’ impeto che spinge per il riesame della politica sulle droghe sta crescendo di anno in anno. Non se ne sta andando. Questo, in effetti, è il motivo per cui l’UNGASS 2016 è stato convocato su richiesta di tre presidenti dell’America Latina.
Encod rappresenta la sezione europea di una Coalizione Internazionale di ONG (ICN) composta da oltre 400 organizzazioni istituita nel 1998, alla vigilia di una precedente Sessione Speciale della Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Meno male che siamo nella coda finale dell’era inaugurata dalla convocazione di tale organo mondiale, allorché esordì con il fantasioso slogan: “Un mondo libero dalla droga, possiamo farcela!”
Noi, siamo una coalizione mondiale di cittadini coinvolti e preoccupati dalle politiche sulla droga. Siamo cittadini che si trovano nel fuoco incrociato della guerra alle droghe. Siamo testimoni di prima mano dei disastri sociali e sanitari che sono stati generati dagli sforzi falliti di sradicare le droghe dal mondo. Ognuno di noi,e chiunque senta queste parole, conosce qualcuno la cui vita sia stata influenzata negativamente, non dalle droghe, ma dalle leggi sulle droghe.
L’attuale formulazione delle tre Convenzioni delle Nazioni Unite sui narcotici costituisce una camicia di forza per politiche sulla droga nazionali. Piuttosto di aiutare e facilitare un mondo più sano, queste convenzioni stimolano la corruzione, il crimine organizzato e gli interessi finanziari che servono al riciclaggio del denaro di questi elementi criminali.
Cosa ha portato ad aspettare così tanto per attuare una soluzione così semplice? Abolire totalmente le tre convenzioni oppure ammendarle secondo le linee dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) rispetto alle politiche su alcol e tabacco, per permettere alle singole nazioni di creare le proprie politiche sulle droghe. Questa strada è unica e inevitabile. Un modo efficace per farlo è stato proposto dalla ONG Law Enforcement Against Prohibition (LEAP), un gruppo che comprende migliaia di agenti ed ex agenti di polizia, agenti governativi ed altri che operano a livello mondiale in difesa della legge.
Secondo il Vice Segretario Generale dell Nazioni Unite Jan Eliason, l’obbiettivo principale dell’Alta Corte delle Nazioni Unite consiste nell’assicurare “una partecipazione comprensiva, strutturata e significativa della Società Civile nel contesto della UNGASS 2016 sulle droghe”.
Per questi motivi ci sentiamo incoraggiati dalle Nazioni Unite nel chiedere a tutti i governi di prepararsi alla UNGASS 2016 con la serietà con la quale si impegnerebbero nel porre fine ad una grande guerra mondiale, esattamente ciò che questa è.
Per favore, prendete sul serio questa UNGASS . Non deve trasformarsi nell’ennesima foto di gruppo. Per favore, abbiamo sentito abbastanza slogan vuoti, vogliamo sentire parole vere e soprattutto, vedere azioni concrete.
Prendete le droghe sul serio.
Durante l’anno precedente l’ UNGASS 2016, noi chiediamo agli stati membri di tenere delle audizioni parlamentari (o dello stesso alto livello) sull’impatto sociale, sanitario ed economico delle politiche sulle droghe nei propri paesi. Invitate le persone che conoscono il problema: giudici, medici, difensori della legge, operatori sanitari, esperti di carcere, ricercatori delle politiche sulle droghe, e specialmente economisti (questo ultimo gruppo è praticamente congiunto nell’erroneità folle dell’attuale politica). E soprattutto, non dimenticate di includere la testimonianza delle milioni di persone la cui vita è stata rovinata a causa dell’incarcerazione per delitti non violenti per droga, o a causa della violenza causata dalla criminalizzazione del traffico di droga.
Sulla base dei risultati di queste audizioni, per favore chiedete al vostro parlamento (o al corrispondente organo nazionale) di formulare una lista di raccomandazioni che il vostro paese presenterà a New York. Questo può essere semplicemente un “abroghiamo le tre convenzioni” o “ adottiamo le raccomandazioni della LEAP”.
Accettando questa sfida, voi farete il più grande bene possibile per le generazioni a venire. La storia ricorderà la UNGASS 2016 per il mondo che essa ricorda i grandi incontri di pace della storia. Tale è l’impatto del riuscire a mettere in sintonia le leggi sulle droghe con il senso e la ricerca comune. La scienza non mente. Sta gridando, ”cambiate le leggi internazionali sulle droghe”.
Se non accettate questa sfida, il vostro paese rischia di esser messo sulla lista di proscrizione, di paesi che hanno negato caparbiamente di rilasciare il catenaccio di ferro delle Convenzioni delle Nazioni Unite, e in tal modo negando ai loro stessi cittadini il diritto fondamentale alla salute e alla sicurezza.
In un mondo complicato, la soluzione delle politiche sulle droghe è stranamente semplice. Evitiamo che gli storici futuri continuino a ridere della nostra intransigenza. Noi della squadra per la politica sulle droghe di Encod all’UNGASS siamo felici di continuare questa discussione. Anche la proposta della LEAP è ampiamente disponibile.
Grazie.
Joep Oomen, coordinatore di Encod