Rispondere al consumo di droga e ai problemi correlati negli ambiti ricreativi

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Il nuovo report con relativo blog sul consumo di sostanze in ambito ricreativo dell’Osservatorio Europeo su Droghe e Tossicodipendenze,  sottolinea la valenza dell’impianto normativo e securitario rispetto agli interventi di peer-support. Nonostante la maggior implementazione di quest’ultimi, nella ricerca sul  “gruppo target”  si giunge alla conclusione che non rappresentino affatto la soluzione migliore e anzi che risultati più soddisfacenti siano da imputare al ricorso delle forze dell’ordine. A parte le considerazioni “sull’apparente” crescente spostamento dell’Osservatorio verso la deriva securitaria (che la crisi in atto abbia una qualche responsabilità potrebbe costituire l’ennesimo filone d’indagine), dobbiamo rilevare come nè la nostra “pratica militante” portata avanti in contesti notturni nè quella di più autorevoli “colleghi” ci trova daccordo nelle conclusioni esposte dal rapporto. In aggiunta al nostro particolare approccio (che non si discosta tanto nelle pratiche quanto dalle motivazioni che ci spingono ad attuarlo) potremmo comunque far riferimento a moltissimi progetti che si sono susseguiti e ai pochi che ancora sopravvivono che i risultati li ottengono adottando un approccio misto di peer-support e competenze riconosciute o certificate. Sinceramente, e le cronache lo dimostrano, non possiamo che rilevare il danno che certe intrusioni producono e l’inutilità dei controlli di polizia a certi eventi. Se poi, come dovrebbe essere gli interventi sono finalizzati alla tutela delle persone e della collettività sia in relazione ai possibili rischi sociali che sanitari, allora dovrebbero spiegarci in che modo l’uso della forza pubblica, dotata di ben altre competenze, possa essere di soluzione agli eventuali problemi che si possono presentare (leggi qui, anche).

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