Cannabis e i suoi derivati: la verità documentata, non la demagogia

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“CANNABIS E SUOI DERIVATI: alcuni elementi di chiarezza su danni alla salute, l’uso medico dei farmacia base di THC, la coltivazione domestica e l’uso voluttuario”

Recita così il titolo dello statement proposto a metà luglio dal dipartimento per le politiche antidroga, nuova appendice di quella mastodontica opera di disinformazione presentata a gennaio dello scorso anno dal titolo eloquente “Cannabis e danni alla salute”. Sul chiaro intento del Dpa nel propugnare l’opera (nonché “manuale” per gli operatori del settore) non vi sono dubbi. Le motivazioni sono sempre le stesse da quando il governo Berlusconi ha riesumato il dipartimento affidandolo a quella mole di scienza del Sen. Giovanardi: dimostrare che la cannabis è una droga pericolosa al pari delle altre, come del resto già recitava l’attuale normativa sulle sostanze che porta proprio il suo nome. In matematica e in ambito scientifico in generale, un teorema o una nuova teoria segue la relativa dimostrazione, non il contrario e questo già basterebbe a mettere in discussione le tesi proposte dal dipartimento. Ma l’ambito dei consumi, problematici e non, è un campo di studi multidisciplinare e anche dimostrando che una sostanza può creare dei danni alla salute non si esauriscono i percorsi d’indagine nè ciò è sufficiente a giustificarne il bando tantomeno la persecuzione nei confronti di chi ne fa uso. Ma le informazioni che il Dpa dispensa sulla cannabis, imperativi raccolti in un elenco quasi fossero verità incontrovertibili in quanto frutto di scoperte neuroscientifiche, vengono a loro volta smentiti da altre ricerche di altrettanto valore scientifico. E’ un po’ questo il lavoro che l’ass. Pazienti impazienti Cannabis, a lungo impegnata nel riconoscimento del valore terapeutico della cannabis, conduce nel redigere questo contro-statement. Mossi dalla logica del buonsenso e dall’evidenza scientifica, ma anche dalla difesa del diritto alla cura e alla salute, evidenziano contraddizioni e falsità non soltanto delle affermazioni circa l’uso terapeutico della sostanza ma ampliano la panoramica anche su quelle relative ai presunti danni derivanti da un uso ludico. E’ proprio la valenza terapeutica della cannabis a far paura al dipartimento, saperi e proprietà conosciuti da millenni, oggi rivalutati ed ampliati da serie scoperte scientifiche che con cocciuta faziosità vorrebbero essere demolite. Il contro-statement è un lavoro prezioso, presentato in maniera “umile” come quando nel far riferimento alle ricerche scientifiche si ribadisce quanto in realtà siano facilmente rintracciabili da chiunque,  coerente e deciso, contrapposto a quell’arroganza che purtroppo è propria del dipartimento per le politiche antidroga.

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