Fonte:informationclearinghouse.info
di Chris Hedges
Chris Hedges, la cui colonna è pubblicato lunedì su Truthdig, ha trascorso quasi due decenni come corrispondente estero in America centrale, Medio Oriente, Africa e nei Balcani. Ha fatto da reporter da più di 50 paesi e ha lavorato per The Christian Science Monitor, National Public Radio, The Dallas Morning News e il New York Times, del quale è stato corrispondente estero per 15 anni.
29 Luglio 2013. Debbie Bourne, 45 anni, era nel suo appartamento nel Liberty Village un progetto di edilizia popolare a Plainfield, NJ, il pomeriggio del 30 aprile, quando la polizia bussò alla porta ed entrò all’interno gli ufficiali ordinarono a lei, sua figlia di 14 anni, e a suo figlio di 22 che soffre di autismo, di sedersi e non muoversi, poi hanno cominciato saccheggiare la casa. Il marito di Bourne, da cui si era separata e che era in procinto di trasferirsi dall’abitazione, era l’obiettivo della polizia, che sospettava spacciasse cocaina. Come si è scoperto il raid avrebbe gettato un’ombra profonda sulla vita di tre innocenti, Bourne e i suoi figli.
L’omicidio di un adolescente da parte di un vigilantes armato, George Zimmerman, è solo un crimine interno a un sistema giuridico e penale che ha criminalizzato la povertà. I poveri, soprattutto quelli di colore, non valgono nulla per aziende e imprenditori privati se sono sulla strada. Nelle carceri e nelle prigioni, tuttavia, ciascuno è in grado di generare ricavi aziendali dai 30.000 ai 40.000 dollari l’anno. Quest’uso dei corpi dei poveri per fare soldi da parte delle società alimenta il sistema di neo schiavitù che definisce il nostro sistema carcerario.
I prigionieri lavorano spesso all’interno di carceri e prigioni per nulla o guadagnando al massimo un dollaro l’ora. Il sistema giudiziario è stato demolito per negare ai poveri un’adeguata rappresentanza legale. Le leggi draconiane sulla droga servono a inviare in carcere, delinquenti non violenti per periodi impressionanti di tempo. Le nostre prigioni abitualmente usano l’isolamento, forme di umiliazione e di abuso fisico per mantenere i prigionieri docili e remissivi, gli stessi metodi che le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno, da tempo, definito tortura. Gli individui e le aziende che traggono profitto dalle carceri degli Stati Uniti perpetuano una forma di neo schiavitù. Lo sciopero della fame in corso da parte dei detenuti nel sistema carcerario della California è una rivolta degli schiavi, che dobbiamo incoraggiare e sostenere. Il destino dei poveri sotto il nostro stato corporativo sarà, se restiamo indifferenti e passivi, il nostro destino. Questo è il motivo per cui mercoledì mi unirò agli attivisti per i diritti dei carcerati, tra cui Cornel West e Michael Moore, in un digiuno di un giorno in solidarietà con lo sciopero della fame nel sistema carcerario della California. Continue reading