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Canapisa 2015

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«Basta criminalizzare chi fa uso di droghe, sì ad un uso libero e consapevole», urla al megafono Alberto Mari, uno degli storici organizzatori dell’iniziativa. Lo striscione all’inizio del corteo riassume il senso della manifestazione: «Canapisa libera tutti. No carcere. No psichiatria». Osservatorio anti-proibizionista e Canapisa Crew da anni contestano le leggi proibizioniste, fanno informazione sulle sostanze stupefacenti. Contrastano anche la psichiatria moderna che, dicono gli organizzatori, «impone l’uso di psicofarmaci, in contrasto con il diritto all’autodeterminazione dell’individuo». Nel corteo è presente anche il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud.

I soliti fascisti
Noi Adesso Pisa e Fratelli d’Italia-An hanno consegnato centinaia di firme al questore contro Canapisa. «Durante il colloquio, i delegati hanno riferito le numerose e documentate lamentele che i cittadini che sono accorsi ai banchetti organizzati negli ultimi mesi hanno portato all’attenzione dei militanti che raccoglievano le firme – si legge in una nota -. Il questore, nel prendere atto di questi resoconti dettagliati, si è impegnato a riportare il problema sui tavoli tecnici di sua competenza».
Non si capisce la faccia tosta di certi personaggi, la loro legge è stata bocciata dalla Consulta ma soprattutto, dal punto di vista politico, questi sono i responsabili delle incarcerazioni e delle morti in carcere. Ancora una volta hanno perso un’occasione per stare zitti!


Canapisa 2015 – Manifestazione Nazionale Antiproibizionista

Canapisa 2015PISA – SABATO 23 MAGGIO 2015 – Ore 16:00, Piazza Sant’Antonio
*** APPELLO ***

Con la cancellazione per illegittimità costituzionale della legge Fini-Giovanardi sulle droghe, è rientrata in vigore la precedente normativa del 1990, la Jervolino-Vassali.

Dopo mezzo secolo di escalation proibizionista, la legge Fini-Giovanardi (dal 2006 al 2014) aveva rappresentato un ulteriore inasprimento delle politiche antidroga e la sua cancellazione fa rivivere le politiche architettate per il contesto culturale degli anni 80-90. Ma dagli anni novanta ad oggi la diffusione delle sostanze è aumentata e non riguarda più solo quei soggetti considerati marginali.

Gli unici ad affermare il contrario sono i rappresentanti del Dipartimento Politiche Antidroga (DPA), organismo istituito ad Hoc nel 2006 dalla legge appena dichiarata incostituzionale e che rimane inspiegabilmente ancora in piedi. Quest’apparato politico travestito da istituto scientifico pretende di dettare la verità assoluta sulle droghe e con i suoi poteri straordinari , conferitigli da una delega governativa, rappresenta il maggior nemico alla liberazione della canapa ed ad un approccio pragmatico, sensato e socialmente condiviso delle politiche sulle droghe. Dai suoi annunci traspare con chiarezza l’intenzione di perseverare con la linea ultra proibizionista contro i drogati, fondata su concetti come la deterrenza, la repressione, le cure forzate.

L’attuale programma del DPA considera quella delle droghe una questione esclusivamente medica e criminale e promuove l’uso delle droghe legali, come gli psicofarmaci, per “curare” con la forza i drogati.

Da anni ormai il movimento antiproibizionista denuncia l’inutilità e i danni delle politiche repressive contro le persone che usano sostanze, arrivando a parlare di una vera e propria “questione proibizionismo”, in quanto molti dei problemi provenienti dal fenomeno dell’uso di droghe sono da ricondurre principalmente alle politiche antidroga stesse. Continue reading