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Una storia di ordinaria follia

Nella Milano che brulica di locali notturni, club e discoteche alla vigilia della festa commerciale di Halloween,  un evento inaspettato invade la periferia sud della città nel week end: il rave party organizzato dagli Hazard per festeggiare i loro dieci anni in collaborazione con i francesi Nonem ed altre due sound. L’avventura comincia venerdì sera quando il tentativo di piazzarsi in un capannone nel bergamasco viene scoperto dai carabinieri che intervengono denunciando a piede libero 26 persone, bloccando l’evento e scortando la carovana fino al casello autostradale. Un secondo tentativo da parte degli organizzatori viene fatto in piena notte a Limbiate nei pressi di Milano, ma le forze dell’ordine ormai sulle tracce del rave, riescono nuovamente a mandare via tutti. Si decide allora di entrare nella periferia della città, nei pressi di Viale Europa, dove c’è un ex deposito della Standa oramai dismesso. Le sound riescono a montare gli impianti, prendono accordi con un funzionario di polizia che gli assicura li avrebbero fatti suonare fino a domenica e la festa ha inizio. Ma qualcosa non va. Improvvisamente verso le 21.00 di sabato  la presenza di polizia e carabinieri nel posto si fa più massiccia, si bloccano gli accessi ed arriva la celere con i vigili del fuoco che buttano giù le reti esterne dello stabile per permettere agli agenti in tenuta antisommossa di entrare per sgomberare. A questo punto iniziano i pestaggi a cui ormai purtroppo siamo abituati, partono i lacrimogeni e volano manganellate, il cane di una ragazza viene ammazzatoo, una violenza senza senso ed ingiustificata che costringe i ravers ad organizzare una qualche forma di resistenza con i pochi mezzi che avevano a diposizione. Il bilancio della fantastica operazione della questura è di 50 feriti, numerosi fermi ed una ragazza di Cuneo in coma perché travolta mentre tentava di scappare  inseguita dagli agenti: bel risultato se si considera che il blitz era stato ordinato dal Dipartimento Politiche Antidroga della presidenza del consiglio dei ministri che aveva segnalato preventivamente la “pericolosità” dell’evento pensando  di poter tutelare in questo modo la salute dei partecipanti al rave!   La festa è stata sgomberata, vengono sequestrati impianti ed alcuni furgoni, ed arrestate quattro persone.

Ovviamente la polizia e  i media ribaltano lo scenario raccontando che gli agenti hanno reagito alle provocazioni, secondo un copione ben noto. Il questore di Milano Luigi Savina – in verità affatto nuovo a coordinare simili azioni – ha espresso dispiacere per l’accaduto difendendo l’operato degli agenti che comanda; il SIAP (Sindacato Italiano Agenti Polizia), attraverso il suo segretario Enzo delle Cave, ha preso posizione sull’accaduto definendo una “scelta irresponsabile e pericolosa sia per gli esiti avuti che per il rischio che qualcuno ci lasciasse la vita” la decisione di procedere allo sgombero del capannone con tutte quelle persone (1700 circa)  e ricorrendo all’uso della forza.

Va inoltre rilevato come le ambulanze, fatte giungere sul posto contemporaneamente alle squadre dei vigili del fuoco, non siano state fatte entrare a supporto delle persone ferite costringendole a percorrere diverse centinaia di metri prima di essere soccorse, ma chiaramente allertate perché già nota la condotta che si voleva tenere.

L’episodio si commenta da sé e  svela come per l’ennesima volta l’unica risposta che questo Stato riesce a dare a tutto ciò che non riesce a normare e a mettere a valore è l’azione repressiva; in una regione quale la Lombardia che ha visto scomparire negli ultimi anni la maggioranza dei servizi di bassa soglia e di riduzione del danno.

Come collettivo, impegnato sul fronte della limitazione dei rischi in occasione di eventi informali, crediamo sia doveroso che i responsabili di un’azione tanto scellerata da potersi trasformare in un massacro non passino impuniti, e che ci sia un ferma condanna da parte di tutte quelle persone che ancora si considerano un pezzo importante della “società civile” su un uso inutile e sconsiderato della forza pubblica. Che media e istituzioni non rivolgano il proprio appoggio e solidarietà sempre e solo alle forze di polizia impegnate in un’operazione che soltanto le sconsiderate decisioni dei rispettivi superiori hanno messo in pericolo, rivolgendo inoltre un’ulteriore attenzione repressiva nei confronti degli organizzatori dell’evento, ennesime vittime della brutalità ingiustificata.

Esprimiamo solidarietà alle sound coinvolte che sappiamo impegnate a favore della presenza di equipe di limitazione dei rischi ai propri eventi, prova di una coscienza ben superiore a quella dimostrata dalle forze dell’ordine. Alla stessa equipe bolognese presente all’evento, che da anni lavora in contesti informali facendosi carico in maniera totalmente autorganizzata di una risposta efficace che le istituzioni troppo spesso non sono in grado di garantire poiché antepongono un supposto aspetto legalitario a svantaggio del diritto alla salute delle persone. Pensiamo fermamente che sia giunto il momento di dare  altri tipi di risposte ai fenomeni sociali , che nascano da un reale interesse per gli stessi e che ne sappiano affrontare la complessità. In ultimo – ma per questo non meno importante – rivolgiamo il nostro pensiero alla ragazza ventiduenne di Cuneo che sta lottando per la vita e di cui non conosciamo nemmeno il nome, vittima di politiche inefficaci e distanti dai problemi sociali nonché di un corpo di polizia che ha dimostrato ancora una volta inateguatezza ed insensatezza ad essere impiegato nel fronteggiare ogni istanza sociale dal basso.


Ricerca sull’applicazione in Italia dell’art.75 legge 309/90

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La modifica del testo unico in materia di sostanze stupefacenti, operata nel 2006 con la legge 49, postula una sostanziale equiparazione delle sostanze che, pertanto, vengono inserite in un’unica tabella assegnando ad esse un presunto effetto simile sia a livello psichico che fisico, in modo indistinto, e cioè che non tiene conto di variabili determinanti quali possono essere : uso, abuso, dipendenza, soggettività dell’individuo, contesto ed età degli utilizzatori. Va da sé come tale scelta risulti conseguenza di quella enfasi bio-riduzionista che considera tale questione mediante il ricorso quasi esclusivo agli approcci tematici delle neuroscienze, permeata di una forte ideologia e assolutamente contrapposta ad un approccio pragmatico fondato sulla riduzione del danno e dei rischi. Questi criteri, al contrario, rifiutano una connotazione ideologica in virtù del fatto che sono alla base dei programmi terapeutici attivi in molti paesi non solo europei e a prescindere dal colore politico della maggioranza che li governa; edificano il loro fondamento su un’etica condivisa del lavoro sociale che mette al centro il soggetto privilegiando l’azione di cura e reinserimento ed assicurando un’esistenza quanto più dignitosa possibile anche durante periodi prolungati di dipendenza cronica o acuta. Tale concezione si contrappone ad una visione di parte basata unicamente su postulati disfunzionali carichi di contraddizioni, i quali, implicitamente, indirizzano a rifiutare e punire comportamenti che non si basano sull’astensione dall’uso e da cui discende l’imperativo morale a sanzionare condotte differenti. Continue reading


Sei anni di dati sulla repressione dei consumatori

Anno 2004 2005 2006 2007 2008 par.2009
Operazioni Antidroga 18744 19872 20768 22111 22470 19682
Arresto 24103 24075 25730 27642 28522 25386
Rimesse in libertà 7019 7098 7902 6366 6152 5143
Irreperibili 361 432 424 443 423 302
Persone segnalate 31483 31605 33056 35451 35097 30831
Stranieri 8791 9028 9594 10750 11406 10545
Minori 1142 1203 1044 1038 1124 996
Donne 2934 2977 3084 3206 3054 n.d.

I dati riportati, sino allo scorso anno compreso, si rifanno alla Relazione Annuale 2008, mentre i parziali relativi al 2009 sono stati ottenuti sommando i dati riguardanti i vari mesi dell’anno e apparsi sulle pubblicazioni della Direzione Centrale Servizi Antidroga, rispettivamente, riguardo alla situazione nazionale e alle tabelle provinciali (dati estratti per la provincia di Torino). Continue reading


Crimini e consumo nelle carceri italiane

Queste sono solo alcune delle morti conseguenti agli arresti per reati connessi con le sostanze o di persone con problemi di dipendenza

Ottobre 1992, Prato (FI)

Bruno Bardazzi, 21 anni, di Prato, giovane operaio incensurato fermato e denunciato per presunto spaccio dai Carabinieri che gli trovano 1,7 grammi di hashish. Si è ucciso per la vergogna di una condanna a quattro mesi. L’assassinio di Bruno Bardazzi è cominciato nella primavera del ‘92, quando fu costretto a subire la prima violenza da parte dei Carabinieri: la perquisizione della macchina, la scoperta di un pezzettino di fumo, la denuncia; è continuato nei tribunali; si è precisato con la pubblicazione della notizia della condanna; si è concluso con l’impiccagione. Continue reading


Le cifre degli arresti per droga in provincia di Torino nel 2009

Mese Operazioni condotte Persone arrestate Rimesse in libertà Persone denunciate Minori denunciati Stranieri denunciati Numero decessi
Gennaio 27 40 3 43 4 22 2
Febbraio 66 124 13 137 9 81 1
Marzo 80 107 8 115 14 91 1
Aprile 50 69 5 74 3 62 0
Maggio 62 99 7 106 15 84 2
Giugno 51 94 7 101 10 69 0
Luglio 34 61 2 63 11 39 4
Agosto 40 47 11 58 4 32 2
Settembre 82 105 14 119 5 73 1
Ottobre 59 72 17 89 10 45 2
Novembre 47 93 8 101 11 74 1
Dicembre 27 40 2 42 5 34 1
Totali 625 951 97 1048 101 706 17

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Eroina

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