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CANAPISA STREETPARADE – 16ª Edizione

canapisa-streetparade-2016-osservatorio-antipro-pisa-588x419PISA, Sabato 28 Maggio 2016:
16A Edizione “CANAPISA STREETPARADE”

PARTENZA ORE 17:00 DA PIAZZA SAN ANTONIO A PISA

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★ Canapisa Streetparade 2016 – Pisa centro ★

Per una maggiore consapevolezza

Il proibizionismo planetario ha ormai compiuto 51 anni, tanti sono gli anni passati dalla prima Convenzione ONU del 1965 sugli stupefacenti voluta dagli USA con l’obiettivo dichiarato di reprimerne il traffico e la diffusione nel mondo, ma con il risultato evidente di aver contribuito all’espansione del primo, facendo schizzare alle stelle il valore di mercato della merce droga, e aver favorito la seconda, rendendola clandestina e creando dal nulla l’annichilente mito della droga come scelta di ribellione al sistema.

L’azione e la propaganda proibizionista hanno così sortito l’effetto contrario, acuendo e non superando le problematiche che si proponeva di risolvere.

Oggi, proprio dalla patria stessa di questo dispositivo di governo, tutto l’apparato proibizionista viene messo in discussione! Negli USA infatti sono già 17 gli stati che hanno messo mano alle legislazioni sugli stupefacenti e hanno dato vita a diversi gradi e livelli di legalizzazione della cannabis.

Alcuni Paesi sudamericani propongono i loro modelli di legalizzazione contestando e richiedendo apertamente la modifica, o addirittura lo stralcio, delle Convenzioni ONU sulle droghe.

Il rapporto stesso della Commissione ONU preposta alla valutazione delle politiche antidroga mondiali ha messo in discussione il paradigma repressivo sulle droghe e apre le porte ai discorsi sulla legalizzazione, ispirati ai dettami dell’approccio propri della cosiddetta “Riduzione Del Danno”. Continue reading


Critical Seeds – IIª edizione

Joep in Turin 2012 @ Csoa Gabrio 13Dedicato a Joep Oomen

Ci sentiamo di dedicare questa seconda edizione del Critical Seeds a un caro amico, attivista e collaboratore, improvvisamente scomparso, che ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Nessuna frase di circostanza: Joep Oomen storico coordinatore di Encod, la coalizione europea per una politica giusta ed efficace sulle droghe, era una persona vera che credeva nel suo lavoro. Credeva nell’umana possibilità di determinare i propri corpi, le proprie vite, le proprie scelte e per questo ha fatto della lotta antiproibizionista un impegno e una ragione di vita. Lo abbiamo conosciuto qualche anno fa durante una delle ultime Feste del Raccolto: sosteneva fortemente il paradigma della regolamentazione delle sostanze a partire dalla cannabis, il cui uso è oggi prevalente e normalizzato, attraverso il  modello no profit dei Cannabis Social Club; una soluzione che egli stesso aveva attivamente contribuito a far nascere in Belgio e in Spagna e che si era impegnato a diffondere in tutta Europa.Joep con tessera del Trek U Plant

Un modello – scomodo a molti – perché alternativo alle logiche speculative e in antitesi con il mercato nero delle mafie. Un mercato che in Italia è sostenuto da una politica istituzionale – da diverso tempo – priva di credibilità, responsabile di aver generato un livello di corruzione tale da far sì che, a livello mondiale, l’Indice Internazionale di Trasparenza ci releghi agli ultimi posti.

La receCritical Seeds 2016nte Sessione Speciale delle Nazioni Unite sulla droga (Ungass) che ad aprile, a New York, ha anticipato l’appuntamento del 2019 sulla spinta dei governi latino-americani e di tutti quelli che, appurato il fallimento della “war on drugs” e sulla base dei recenti modelli di regolamentazione come quelli realizzati in Uruguay e Colorado, ma anche sull’esempio di politiche di depenalizzazione di successo, come in Portogallo, non ha, purtroppo, costituito alcun reale avanzamento: le convenzioni ONU non hanno subito le modifiche attese, permane la criminalizzazione di chi fa uso di droghe, cannabis in testa, e neppure la pena di morte, ancora vigente in alcuni Paesi per reati connessi alle droghe, ha trovato una condanna unanime. Continue reading


La sfida di Encod: considerate le droghe seriamente!

jankoatun-ced01Quando gli storici affronteranno l’evoluzione delle politiche sulle droghe del 21mo secolo, ciò che maggiormente li disorienterà sarà la domanda: ”Cosa ha impedito per così tanto tempo alla comunità internazionale di abolire le tre convenzioni internazionali sui narcotici?” A una crescente maggioranza di cittadini del mondo è chiaro come la criminalizzazione delle sostanze – che certe persone hanno usato per secoli – costituisce un errore storico cui si deve porre rimedio il più presto possibile. Il tentativo di regolamentare tale problema – che essenzialmente è un problema sociale – con interventi di polizia, costituisce un totale e assoluto fallimento. Questa è la corretta tendenza dell’opinione pubblica, in tutto il mondo.

La soluzione è semplice, lampante, e viene attuata unilateralmente, nel momento in cui stiamo parlando, da stati membri che vanno dal Portogallo al Canada: la regolazione da parte di singoli stati. Il ritardo nell’implementazione di questa inevitabile soluzione a livello internazionale sta avendo, ogni giorno nel mondo, disastrose implicazioni sulla sicurezza pubblica. La violenza connessa con le droghe illegali uccide un quarto di milione di persone l’anno: questa dimensione è peggiore del danno causato dalla più pericolosa delle droghe. La causa di ciò sono leggi talmente inefficaci e controproducenti che, nel mondo, le comunità non le stanno più sostenendo.

In questo momento, l’Uruguay e quattro stati degli Stati Uniti hanno votato per legalizzare la cannabis. Prima della Sessione Speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGASS) del 2016, tale numero sarà cresciuto in maniera significativa: solo negli Stati Uniti. I sondaggi mostrano come i cittadini, per lo meno di una mezza dozzina di stati, voteranno per regolamentare la cannabis. Il Presidente del Messico, Enrique Peña, ha dichiarato lo scorso mese che l’effetto valanga spingerà verso un’ulteriore regolamentazione in America Latina. E lui dovrebbe esserne contento. Negli stati e nelle nazioni che hanno legalizzato la cannabis e/o decriminalizzato le droghe, il crimine , la violenza e i tassi di uso da parte dei giovani sono tutti calati, mentre le entrate fiscali sono state strappate dalle mani dei criminali. Continue reading